5.0
- Band: BILLY SHEEHAN
- Durata: 00:55:55
- Disponibile dal: /03/2009
- Etichetta:
- Mascot Records
- Distributore: Edel
Per Billy Sheehan non sono necessarie presentazioni. Tutti gli appassionati di un certo dipo di musica sanno perfettamente collocare questo bassista nella giusta categoria: virtuosi dello strumento. Tralasciamo quindi approfondite note biografiche del musicista, e ricordiamo solo alcuni degli artisti e band con cui ha collaborato: Steve Vai, Mr. Big, Niacin, David Lee Roth. Questo per renderci conto che nel bene o nel male di cose ne ha dette e fatte il nostro Billy. Peccato che il tutto sembri vanificato dalla mediocrità del nuovo lavoro solista di Sheehan, intitolato “Holy Cow!”, e giustamente incentrato interamente sulla figura del bassista, qui in veste di polistrumentista, ed aiutato solo in qualche frangente da Billy F. Gibbons degli ZZ Top, dall’ex compagno di scorribande Paul Gilbert, dal chitarrista/produttore Simone Sello e dall’inconfondibile Dug Pinnick dei King’s X, qui in veste di vocalist d’eccezione sulla validissima “Turning Point”. Ma quello che non convince in un lavoro come questo ovviamente non è la qualità tecnica ostentata (anche se il sottoscritto non ha mai amato alla follia lo stile di Sheehan, più chitarristico e comunque poco vario nel complesso), ma la qualità delle canzoni. Tredici pezzi che avranno sicuramente avuto il pregio di allietare qualche settimana del buon Billy, intento nella registrazione di tutti gli strumenti, ma che non evidenziano alcuna urgenza creativa. Mestiere e nient’altro, in poche parole. Tralasciando la succitata “Turning Point”, letteralmente graziata dalla performance di Dug Pinnick, la strumentale “Dynamic Exhilarator”, dove svetta il grandioso Paul Gilbert, il resto si assesta su un preoccupante livello di mediocrità, che una volta per tutte ci ricorda che l’abilità strumentale non va sempre di pari passo con il gusto compositivo. Non è niente di che, quindi, questo “Holy Cow!”. Ed ora è meglio andare a cercare uno qualsiasi dei lavori in cui Sheehan ha collaborato, ed immediatamente capiremo come il suo lavoro di session man gli si addica molto di più di quello da ‘artista’.