9.0
- Band: BIOHAZARD
- Durata: 00:56:36
- Disponibile dal: 24/05/1994
- Etichetta:
- Warner Bros
- Distributore: Warner Bros
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Primi anni ’90, la cerchia dell’hardcore che conta gravita attorno a Cro-Mags e Agnostic Front, il crossover tra hardcore e thrash è in pieno vigore e i Suicidal Tendencies sono nell’era-Trujillo. Tra gli appassionati comincia a circolare il nome Biohazard, che diventa realtà concreta con “Urban Discipline” su Roadrunner Records. Sicuramente una band anomala: da sempre hardcore per loro stessa definizione, i Biohazard hanno saputo incorporare nel loro suono una pesantezza ed un impatto tipicamente metal, forzando la mano su groove e gang vocals, con due frontman effettivi (con strumento) a dividersi le strofe e rimarcando un’attitudine (e un’estetica) in strettissima connessione con la realtà urbana. Il disco che riassume tutte le qualità del gruppo al meglio è anche il più grande successo commerciale della formazione: “State Of The World Address” esce nel 1994 per Warner Bros e, trainato dal singolo “How It Is”, arriva a vendere più di un milione di copie. Proprio “How It Is” sposta un confine invalicabile per molti appassionati di musica heavy, ospitando il rapper Sen Dog dei Cypress Hill (leggendaria formazione hip hop latina proveniente dalla California) in un brano che uccide, fondendo due facce della strada senza perdere in credibilità e andando a perfezionare il già efficace esperimento con gli Onyx. E’ comunque dalla title track, posta come apripista, che lo stile del quartetto viene definito in maniera precisa, differenziandosi da chiunque (contemporanei e non) per lo stile chitarristico di Bobby Hambel, una sei corde che riesce a integrare con naturalezza brevi solos e melodie incisive di derivazione rock, comunque incendiarie e taglienti, che non vanno a stemperare l’urgenza e la pericolosità del suono (basta ascoltare lo spazio concessogli nella conclusiva “Love Denied”). Un’aggressione continua che si traduce nel susseguirsi di quelli che saranno i cavalli di battaglia del gruppo negli anni futuri: l’inno “Down For Life”, l’odio controllato di “What Makes Us Thick” e “Remember”, la potenza e il groove di “Tales From The Hard Side”, il viaggio di “Five Blocks To The Subway”, di chiara ispirazione “I Guerrieri Della Notte”. E’ opinione diffusa che il gruppo, soprattutto dopo la perdita di Hambel, non sia mai più riuscito ad esprimersi agli stessi livelli; è quindi “State Of The World Address” ad essere consegnato agli annali nella sua veste ancora attuale, nei suoni come nell’ineguagliata attitudine bastarda e stradaiola, in uno spaccato crudissimo e soprattutto reale del degrado metropolitano. Strade sbagliate, bandane sul volto, canotte aderenti e bicipite gonfio, vetri spaccati, tossici sugli scalini della metro. Nessuno può evocare l’incubo e la peggiore realtà di strada in sessanta minuti di sola musica.