7.5
- Band: BIRDS IN ROW
- Durata: 00:30:00
- Disponibile dal: 04/09/2012
- Etichetta:
- Deathwish Inc.
- Distributore: Andromeda
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Primo album su Deathwish per i francesi Birds In Row, terzetto che ha catturato l’attenzione della nota label statunitense con un paio di EP rilasciati nel 2010. Siamo in ambienti hardcore, tuttavia resta difficile descrivere nei dettagli la proposta dei ragazzi: il nuovo lavoro è un blocco granitico nel quale il cantato lascia posto ad una declamazione malata, lancinante, di testi all’insegna di noia e disagio esistenziale. Come base, chitarre sature che a tratti si sfogano persino in riff quasi di stampo black metal, mentre sullo sfondo troviamo ritmiche ossessive e convulse, costruite da una batteria che guarda spesso a stilemi cari al DIY screamo. Partiti all’avventura ma con idee precise, i concisi pezzi dei Birds In Row hanno spesso inizio da brillanti impressioni, dove il suono naturale degli strumenti accompagna la voce del cantante/chitarrista Bart sull’onda di una sensibilità melodica e di una spontaneità importanti e tangibili. In fondo, si tratta solo di una voce, una chitarra, una batteria e un basso, usati con una buona dose di fantasia. Le capacità dei Nostri sono tutte nei cambi di tempo, nei ritmi impazziti, nei frullati di generi diversi e nell’attitudine sinceramente disillusa: tutti elementi azzeccati, qui ben gestiti e assemblati. Una giostra miserabile, quella dei Birds In Row. Che gira, gira e non si ferma mai. Gli sviluppi più interessanti arrivano all’altezza di “Pilori” – la storia di una scorribanda finita male – e di “”Last Last Chance”, “ballata” storta in cui emerge il cantato pulito e dolente di Bart. In altri spunti si riscontra invece con decisione l’afflato di blasonati cantori hardcore come American Nightmare e Converge, ma più spesso tutti questi richiami sono mischiati tra loro, come nella title track, dai cori strazianti e dal finale tragico. In coda, per non farsi mancare nulla, la digressione “post” di “Lovers Have Their Say”, con voci che si sovrappongono e inseguono e le chitarre che rivelano sfumature sinora inedite, mettendo altra nuova carne sul fuoco di un’ispirazione sempre viva.