
7.0
- Band: BLACK ANVIL
- Durata: 00:53:51
- Disponibile dal: 13/01/2017
- Etichetta:
- Relapse Records
- Distributore: Audioglobe
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Con “As Was”, il terzo full-length pubblicato direttamente per la potente Relapse, i Black Anvil accentuano quella vena classic e progressiva apparsa per la prima volta sul precedente “Hail Death”. Chi pensava che il disco uscito nel 2014 fosse un esperimento isolato verrà sicuramente smentito dall’ascolto di questo platter, che svela una volta per tutte le ambizioni di una band sino a poco tempo fa ritenuta capace soltanto di produrre lavori ignorantissimi. Se con “Hail Death” i newyorkesi avevano sperimentato con tempi più ragionati, un lavoro di chitarra spesso prettamente classic metal e registri vocali più aperti, con “As Was” la tipica base black viene addirittura ridotta a contorno, a favore di un sound luminoso e più che mai cangiante, in grado in alcuni casi di incorporare persino spunti psichedelici. Quando i Nostri picchiano, lo fanno come sempre con un riffing di chitarra che si avvicina ora ai Watain, ora ai classici Celtic Frost, ma il fulcro di certe tracce adesso sono continue aperture acustiche, cori elegiaci e ritmiche lontane dalle tipiche esasperazioni extreme metal. Le clean vocals erano già comparse su “Hail Death”, peraltro con risultati interessanti, ma queste ultime erano più che altro degli interventi a supporto dello screaming; su ampi tratti del nuovo album si può invece parlare di vero e proprio cantato, con picchi di emotività assolutamente inaspettati. Fa una certa impressione constatare che dei brutti ceffi come i Black Anvil siano i responsabili di vocalizzi tanto soavi; la title track presenta addirittura un accenno di semi-ballad, per quello che non esitiamo a definire il passaggio più orecchiabile dell’intero repertorio del gruppo. A conti fatti, tanti sbalzi e la continua ricerca del colpo a sorpresa producono un disco un po’ sconnesso, che vive di momenti più che di singoli episodi vincenti. Su “Hail Death”, a dispetto di una tracklist lunga e magari estenuante, i Black Anvil erano riusciti a trovare un buon compromesso fra tradizione e sperimentazione e a mettere a segno alcune vere hit, mentre “As Was” – pur offrendo tracce subito riconoscibili come “On Forgotten Ways”, “May Her Wrath Be Just” e “Ultra” – ci presenta una band un filo troppo frenetica, che a volte sembra fare il cosiddetto passo più lungo della gamba. Va in ogni caso premiata la voglia di osare e di svecchiare il proprio sound, con l’augurio che, una volta rimessi i piedi per terra, i newyorkesi possano trovare la perfetta quadratura del cerchio per avvicinarsi ai livelli di loro nuovi punti di riferimento come Enslaved e Pallbearer.