7.5
- Band: BLACK CAB
- Durata: 00:38:20
- Disponibile dal: //2006
- Etichetta:
- Stickman Records
La Stickman Records, etichetta madre di eclettici ed innovativi gruppi come Motorpsycho e Soundtrack Of Our Lives, ogni volta che ci invia un CD con il suo inconfondibile logo ci dà ad intendere che c’è sempre da aspettarsi qualcosa di quanto meno insolito, e anche in questo caso le aspettative sono state completamente soddisfatte. Si parte con “Summer Of Love”, suite strumentale dalle atmosfere psichedeliche, che si trascina per cinque minuti in un solo giro d’accordi accompagnato da una chitarra slide, lasciando in bocca immagini di deserti aridi, cactus e rotoli di fieno che scorrono per la scenografia. Le prime voci si cominciano a sentire in “It’s Ok”, brano indie sorretto da loop di chitarre e frasi ripetute ad libitum. Descrivere ogni pezzo è pressoché impossibile, questo quartetto australiano propone atmosfere e sonorità completamente diverse per ognuno dei dieci capitoli che compongono questo “Altamont Diary”. Passando da raffinate ritmiche dance e funky a visionarie sonorità indiane (“Good Drugs”) senza un minimo di filo logico a collegare le dieci esperienze sonore se non una vera e propria attitudine da cocktail music. I brani in questione infatti sembrano parti di colonne sonore da film, ideali come musica di sottofondo e composti tutti da un solo giro che si ripete all’infinito, sprovvisti per lo più di una parte cantata, eccetto rarissimi casi quali “New Speedway Boogie” e “1970”. Tirando le somme, il tutto sembra rappresentare uno scombussolato viaggio sotto l’effetto di droghe sintetiche per il deserto del Kansas, dove ogni brano rappresenta le fondamenta e lo sfondo di ogni scena, ambientata ovviamente in un periodo non di certo lontano dai nostalgici ’70. Quasi come se “Natural Born Killers” avesse trovato una nuova colonna sonora. Solo per padiglioni auricolari raffinati.