8.0
- Band: BLACK COUNTRY COMMUNION
- Durata: 00:54:10
- Disponibile dal: 05/10/2010
- Etichetta:
- Mascot Records
- Distributore: Edel
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L’ondata di supergruppi che in questi mesi sta facendo irruzione nella scena rock internazionale pare non volersi fermare. Dopo Chickenfoot e Them Crooked Vultures, è la volta dei nuovi Black Country Communion. I nomi legati a questa nuova band sono stelle del firmamento musicale, parliamo di Glenn Hughes (Deep Purple, Black Sabbath), Jason Bonham (Led Zeppelin), Derek Sherinian (Dream Theater, Kiss, Alice Cooper) ed il fenomenale chitarrista blues Joe Bonamassa. “Black Country”, disco di debutto, non si perde in chiacchiere, a parlare è solo una musica che trova le sue radici nel migliore british hard rock d’annata. Le danze si aprono con la title track, un brano veloce ed incalzante dove Hughes spicca il volo con la sua voce, che pare non subire gli effetti del tempo. Bohnam picchia sui ritmi serrati della canzone, mentre Bonamassa si rende autore di una delle performance più tirate della sua carriera. La successiva “On Last Soul” si candida come potenziale brano radiofonico da passare in onda su tutte quelle radio che ancora tengono il rock in considerazione. Melodie azzeccate, ritornelli ammiccanti ed un groove fuori dal comune sono i punti di forza di uno fra i migliori brani dell’intero disco. Con “The Great Divide”, i Black Country Communion strizzano l’occhio ai più nostalgici del rock, grazie a sonorità a metà via tra anni settanta ed ottanta impreziosite dal tocco blues di Bonamassa. La tecnica ed i virtuosismi sono limitati in funzione dei brani, senza mai tirare gomitate per prevalere, come a sottolineare che la grande musica non necessita di chissà quali prove strumentali. “Medusa”, cover dei Trapeze, conferisce nuovo vigore ad un evergreen qui proposto in una veste semplicemente eccezionale. Hughes offe il meglio di sé nel lento “Song Of Yesterday”, dove l’ex Deep Purple arriva dritto al cuore grazie alla sua capacità di interpretazione. L’ultima doverosa citazione va al produttore Kevin Shirley (Iron Maiden, Led Zeppelin, Aerosmith..) che, oltre ad essere l’ideatore di questo progetto a cinque stelle, ha saputo donare un sound attuale e contemporaneamente classico alla musica della band. Quando ci si trova davanti ad una all star band è facile dubitare del valore di un disco spesso confezionato soltanto per mungere i fan più accaniti, ma con “Black Country” non c’è rischio di delusione. Un disco come questo si dovrebbe studiare all’università, al conservatorio o in qualunque luogo si parli di musica con la M maiuscola.