7.0
- Band: BLACK ELEPHANT
- Durata: 00:39:54
- Disponibile dal: 18/10/2024
- Etichetta:
- Small Stone Records
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Pur rientrando nel calderone di band che possono essere inquadrate nella corrente stoner rock/heavy psych, i Black Elephant si sono distinti fin dal principio per il loro suono peculiare e per la quantità di influenze a livello musicale e per la varietà di suggestioni a livello tematico che sono stati in grado di incorporare nel tempo: se “Cosmic Blues”, infatti, era più legato ai classici del genere quali Nebula o Fu Manchu, con il successivo “Seven Swords” le chitarre acide e le ambientazioni desertiche sono state diluite in sonorità differenti, pur senza perdere l’energia originaria, per raccontare storie legate al Giappone ed in particolare al mondo del sumo.
Il nuovo “The Fall Of The Gods”, secondo le parole del leader Alessio Caravelli, tratta l’argomento della caduta – quella della società contemporanea o quella di civiltà antiche quali i Maya o gli Aztechi, ispirazione per la splendida copertina, vista come un processo ciclico di decadimento e rinascita – ed è un altro album che declina il verbo stoner secondo modalità differenti.
In particolare, sembra che la prima parte sia dedicata ai brani più canonici, come la torrida “Mother Of The Sun (Part 1)”, la rabbiosa strumentale “Go” o la lunga “The Fall Of The Gods” che, invece, ricorda l’attitudine alla jam session di band quali King Buffalo o All Them Witches, con riff pachidermici annaffiati da tonnellate di psichedelia; nella seconda, invece, sono relegati i pezzi meno consueti, come “Cuori Selvaggi”, che coniuga chitarre slide e fragorose distorsioni, la delicata “Jupiter”, o una “Dissociale” dal cuore punk, un po’ alla Nick Oliveri.
Un filo conduttore, se lo si vuole trovare, è il legame con le sonorità torrenziali e blueseggianti del rock proveniente dagli anni ’70 e con quelle più heavy e lisergiche dello stoner in voga un ventennio più tardi, che ne rappresentò una diretta discendenza.
Un album non lineare che, a tratti, può suonare anche disomogeneo nel suo cercare sempre soluzioni non scontate, ma capace di racchiudere in sè una grande quantità di idee e crescere con gli ascolti.