Hardcore. Hardcore nudo, crudo e quadrato per i Black Haven. Un bel pò di old school – Agnostic Front, Sworn Enemy, e CroMags in primis – un pò di new school, con qualche giochetto “post” e due spruzzate di sludge, e il piatto preparato dai Black Haven è servito al volo senza tanti giri di parole. Si dice sempre che la fedeltà alle radici e l’intergrità incontaminata è sempre una qualità indispensabile per certi generi, specialmente per il fraterno e leale hardcore old school che vive di tradizione e fierezza irremovibile. Questo è vero e pregievole, e ha anche fatto la fortuna di tanti veterani, ma dopo oltre trant’anni anche ai veterani e agli esperti serve una scossa e una botta di vernice, figuriamoci a chi non è propriamente il primo della classe, e solo parte degli ultimi arrivati, come questi Black Haven. La band sembra essere ben consapevole dei rischi e ha dunque tentato di inserire nella propria mietitrebbia hardcore anche qualche altro elemento più cupo e dissonante per darsi una rinfrescata, avvicinandosi non poco alle sonorità dei Crowbar o di altri “punk suddisti” più di successo come i Cancer Bats. Ma l’operazione è riuscita solo a metà e la band è rimasta impantanata a metà strada tra vecchio e nuovo in un limbo che difficilmente qualcuno noterà.