8.5
- Band: BLACK HOLE
- Durata: 00:49:25
- Disponibile dal: //2006
- Etichetta:
- Andromeda Relix
- Distributore: Andromeda
Talvolta capita di trovare, tra decine di dischi fatti con lo stampino e reunion varie di vecchi tromboni che hanno sperperato tutto ciò che avevano guadagnato anni orsono, alcune perle rarissime che risplendono di luce propria. Purtroppo in questo caso non siamo davanti ad una band nuova che proponga qualcosa di differente dal solito, ma piuttosto ad un trio la cui memoria si era persa nelle sabbie del tempo e che solo alcuni sparuti estimatori continuavano ostinatamente a ricordare. Il loro primo album, uscito nel 1985, si intitolava “Land Of Mystery” e da subito divenne un oggetto di culto e, con il passare del tempo, un affare per collezionisti. Il trio che ha composto il lavoro si chiamava Black Hole e non provenivano né dall’Inghilterra né dagli States o dalla metallica Germania, bensì da Verona, Italia. La benemerita Andromeda Relix ha ripescato dal cassetto l’album, ristampandolo, ma lasciandolo assolutamente intatto, anche per quel che riguarda le sonorità, gracchianti come solo i solchi di un vinile sapevano essere. Il valore dell’opera è indiscutibile e, se si considera che a completamento troviamo tre tracce demo e una live, l’acquisto diventa storicamente obbligatorio, soprattutto considerando che la nuova edizione sarà disponibile in sole 500 copie. La musica trattata nelle sette tracce originali è un doom dark progressivo e assolutamente innovativo per l’epoca. Prendendo spunto da quanto di meglio aveva offerto la musica tricolore nel corso degli anni (Death SS, Jacula, Balletto Di Bronzo), Robert Measles costruisce una folle proposta musicale che interseca i vari generi tra loro e generando un maelstrom sonoro intelligente, oscuro ed evocativo che, anche nel corso degli anni, troverà pochi eguali. Se a tutto ciò si aggiunge una passione per la new wave, ai tempi fenomeno in grande fermento, ci si rende conto di avere tra le mani un prodotto più unico che raro. Non vi sono termini di paragone per quanto fatto dai veronesi, l’unico consiglio che si può dare è quello di ascoltare il lavoro e lasciarsi immergere nelle atmosfere stranianti che lo compongono. Death SS, Angel Witch, Popol Vuh, Black Widow… sono tanti i riferimenti che di volta in volta vengono in mente, ma nessuno riesce a spiegare appieno il sound dei veronesi. Canzoni immortali, da ascoltare e riascoltare in continuazione. Ignorare questa ristampa sarebbe un delitto imperdonabile.