7.0
- Band: BLACK LABEL SOCIETY
- Durata: 00:54:24
- Disponibile dal: 08/03/2005
- Etichetta:
- Artemis Records
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Chiusa la parentesi acustica del precedente “Hangover Music Vol. VI”, per Zakk Wylde ed i suoi Black Label Society è arrivato i tempo di imbracciare di nuovo la chitarra elettrica e di suonare dei brani dritti e potenti per la gioia degli heavy metal fans. Il chitarrista di Ozzy Osbourne, oltre ad essere tecnicamente un portento, si conferma anche un compositore di grande spessore, tanto che i brani del nuovo “Mafia” convincono sin dal primo ascolto. I letali mid tempos di “Fire It Up” e “What’s In You” colpiscono dritti al bersaglio, un muro sonoro in cui la profonda voce di Zakk si staglia incontrastata. “Forever Down”, canzone accostabile alle ultime produzioni di Ozzy, accelera di poco il ritmo ed è caratterizzata da un ritornello semplice se vogliamo, ma altrettanto efficace e facile da memorizzare. Uno dei pezzi più interessanti dell’intero “Mafia” è invece la ballad “In This River”: non è un segreto che il biondo axe-man sia da sempre autori di grandi pezzi lenti, i suoi vecchi dischi “Book Of Shadows” e “Hangover Music Vol. VI” sono l’esempio lampante di come Wylde si trovi spesso più a suo agio nel comporre canzoni acustiche piuttosto che cimentarsi in composizioni rock “elettriche”. Rispetto ai precedenti capitoli della saga Black Label Society, “Mafia” gode di una maggior attenzione sulle melodie inserite in mezzo a ritmiche sempre e comunque pesanti, inoltre la buona produzione valorizza a dovere tutte le sfaccettature degli arrangiamenti ed i singoli strumenti riescono a trovare tutto il giusto spazio per emergere. Preso atto che Zakk è l’anima e protagonista indiscusso della band, dobbiamo ammettere che anche gli altri membri sono autori di buone performance, in particolare la sezione ritmica capitanata da James Lomenzo al basso (davvero un’ottima prestazione la sua) e Craig Nunenmacher dietro le pelli si dimostra il giusto supporto per questo grande artista. “Mafia” conferma lo stato di ottima salute dei Black Label Society che, a prescindere da canzoni acustiche o meno, sanno sempre regalarci dischi di qualità ben superiore alla media. Adesso aspettiamo soltanto il principe delle tenebre…