5.5
- Band: BLACK MAJESTY
- Durata:
- Disponibile dal: 29/09/2003
- Etichetta:
- LMP
- Distributore: Self
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Disco d’esordio per gli australiani Black Majesty, che propongono un power metal dalle venature progressive. Le influenze di questa giovane band – che pare abbia ricevuto ottimi responsi in Germania – vanno dal classic degli Iron Maiden al metallo più progressive dei Queensryche… due nomi, questi, molto scomodi da tirare in ballo e da usare come termini di paragone data la loro caratura. E infatti i Black Majesty non riescono a tenere testa ai loro pluri-blasonati colleghi, nonostante le buone doti tecniche e la molta volontà. Il loro sound, molto massiccio e ben articolato, passa da cavalcate in puro Maiden-style, come la title-track, a momenti più ragionati e progressive, come accade in “Guardian” e “Beyond Reality”. Un grosso limite di questo disco è rappresentato dal singer John Cavaliere, che la biografia del gruppo ci presenta come uno dei migliori cantanti australiani in circolazione; infatti, se dal punto di vista tecnico-esecutivo il suo operato appare ineccepibile, d’altra parte sembra molto carente per quel che riguarda personalità e feeling, doti che un cantante deve per forza di cose possedere. Tutto ciò nuoce inevitabilmente al sound, che denota un cantato eccessivamente “scolastico”. Non tutto quel che si trova su “Sands Of Time”, comunque, è da buttare: c’è sicuramente qualcosa di buono da cui il four-piece in questione può ripartire per cercare di migliorarsi già dal prossimo lavoro in studio. Per adesso, la sufficienza ancora non c’è.