7.0
- Band: BLACK PHANTOM
- Durata: 00:46:01
- Disponibile dal: 20/03/2020
- Etichetta:
- Punishment 18 Records
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A tre anni dal loro debutto, tornano in pista i milanesi Black Phantom con il nuovo “Zero Hour Is Now”. Promossa ancora una volta dalla sempre attiva Punishment 18 Records, l’heavy metal band lombarda ha rimesso il turbo ai propri strumenti, regalandoci una seconda colata di metallo genuino, senza fronzoli o artifizi del caso. Guidati da Andrea Tito, il quintetto tricolore è ripartito da quanto offerto nel più che discreto “Better Beware”, riuscendo ad offrire nuovamente un pacchetto di brani di sicuro interesse e coinvolgimento. Certo, come già avvenuto nell’album di esordio, il rimando a quel gruppo che nel 1980 diede alle stampe un certo “Iron Maiden”, appare evidente sin dalle prime note di “Redemption” tuttavia, nel corso dell’intero full-length non mancano episodi più singolari e non così derivativi. E allora via col tasto play dove è direttamente il nuovo arrivato, il batterista Ivan Carsenzuola, a fare gli onori di casa, dando il via ad un’opener che trasuda vogliosa di Vergine di Ferro: dall’ugola alla ‘air-raid siren’ del singer Manuel Malini, al tambureggiante basso dello stesso Tito sino alle trame intarsiate dai chitarristi Luca Belbruno e Roberto Manfrinato. Ma se in “Better Beware” l’occhio strizzava in particolar modo ai primissimi Maiden, in questo caso i Black Phantom hanno compiuto un salto in avanti nel tempo, avvicinandosi agli ultimi lavori prodotti da Harris e compagni, come “Dance Of Death” e il successivo “A Matter Of Life And Death”. Spunti incisivi che si esaltano nella successiva “Hordes Of Destruction” ma che non vanno comunque ad inficiare l’originalità dell’ensemble milanese. Un esempio su tutti è la rocciosa e più oscura “Schattenjäger” della quale, nelle vesti di bonus track, viene riproposta anche in lingua tedesca, acquisendo così ulteriore tasso granitico. E se l’enigmatica “The Road” assume toni cadenzati, assestandosi come una lunga (dura quasi otto minuti) marcia solitaria durante la quale riflettere sul proprio io, tocca a “Either You Or Me” vidimare la voce ‘ballad’, confermando le capacità tecniche individuali di ognuno dei cinque componenti. Qualità che vengono testimoniate in “Begone!”, fornendo così un’esaustiva risposta alla richiesta di una maggior singolarità compositiva con la quale si concludeva la recensione del precedente “Better Beware”. Nessuna rivoluzione sonora quella messa in atto dai Black Phantom, piuttosto un atto di fede nei confronti di una passione chiamata heavy metal.