5.5
- Band: BLACK PROPAGANDA
- Durata: 00:40:02
- Disponibile dal: 18/09/2014
- Etichetta:
- Nadir Music
- Distributore: Audioglobe
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I Black Propaganda hanno esordito due anni fa con un album omonimo che strappò una sufficienza piena su queste pagine. All’epoca li bollammo come combo che partiva da un thrash metal di base sul quale aggiungeva influenze moderne, specie ad un livello vocale dove Phil Anselmo è il riferimento principale. Li ritroviamo dopo due anni, sempre su Nadir Music, e nulla è cambiato. Il gruppo quindi scrive brani di thrash metal moderno, cambiando ritmo molto di frequente, adottando suoni abbastanza corposi e prediligendo l’aspetto urlato per quanto riguarda le parti vocali. Già qui, tutti i thrasher amanti della voce classica nel genere potranno fermare la lettura, poiché i toni sguaiati del cantante rischiano di creare straniamento o addirittura fastidio. Questa scelta, confermatissima su questo album e addirittura enfatizzata rispetto all’esordio – dove in alcuni tratti sembrava ci fosse veramente Anselmo a cantare, tale era la similitudine – potrebbe risultare veramente lo spartiacque dal farsi piacere o meno i brani strutturalmente onesti dei Nostri. Senza inventare nulla infatti, ispirandosi in diversi tratti allo stile degli Slayer, i Black Propaganda non si segnalano per picchi compositivi assurdi o qualitativamente superiori da farci gridare al miracolo. Spieghiamoci meglio: oggigiorno ha ancora senso scrivere una canzone come “System Down” il cui primo minuto è pari pari a “Hell Awaits” degli Slayer? Quante altre band si sono prodotte nell’era delle autoproduzioni e autodistribuzioni con l’aiuto di Internet in composizioni trite e ritrite che non fanno altro che far dimenticare i dischi al primo ascolto? La scaletta alterna composizioni sfuriate come “G.M.O. Planet” dove si sconfina nel death metal ad altre tipo “Hand Of God”, concentrato di groove e lavoro pesante di batteria e basso. Per le sonorità adottate, preferiamo il gruppo quando suona sul basso regime, quando la corposità delle chitarre ci fa sopportare meglio il latrato del cantante. Va detto che la cosa migliore dei Black Propaganda sono i soli di chitarra: numerosi infatti gli arrangiamenti, sempre nello stile di Araya e soci, di qualità, il cui volume infatti anche in fase di missaggio risalta molto bene sugli altri strumenti. Detto ciò raccomandiamo questo album ai fan del thrash moderno e dalle varie sfaccettature, con le tonalità fin qui descritte. Nel marasma delle pubblicazioni di oggi però potrete tranquillamente perdervi questo episodio dei Black Propaganda, specie se non siete dei fan accaniti del genere.