8.0
- Band: BLACK RAINBOWS
- Durata: 00:45:20
- Disponibile dal: 06/04/2018
- Etichetta:
- Heavy Psych Sounds
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In undici anni di onorata carriera i romani Black Rainbows sono riusciti, lavorando duramente, a diventare uno dei pilastri del panorama stoner italiano e anche estero. Sei sono i dischi in studio pubblicati dalla band, senza contare EP e split, un palmares davvero invidiabile. L’ultimo nato è “Pandaemonium”, un lavoro che da un lato consolida la proposta musicale del trio capitolino e dall’altro spinge sulla componente heavy grazie ad un’ottima produzione che ha donato ai nuovi brani una solida corazza di metallo acido e fumante. L’opener “Sunrise” offre un’abbondante dose di classico stoner rock, con quei richiami ai Fu-Manchu a cui i Black Rainbows ci hanno abituato negli anni. Più coriacea e d’impatto la successiva “High To Hell”, che vanta solide parti ritmiche di chitarra ed un cantato ipnotico. Le parti vocali su questo disco balzano subito all’attenzione, tutto il carattere di Gabriele Fiori viene fuori grazie ad un volume che mette il cantato in primo piano. Gli anni Settanta rivivono grazie a “The Sacrifice”, che vanta riff di matrice sabbathiana e vocals pesantemente evocative. Dobbiamo però attendere “Grindstone” per trovarci di fronte alla vera chicca di “Pandaemonium”. Il brano in questione è il più lungo dell’album, una sorta di stoner suite molto pesante in cui si possono ascoltare parti stoner, doom e sludge, tutte perfettamente incastonate come in un ingranaggio perfettamente oliato e funzionante per tutti i sette minuti abbondanti di durata. Il nuovo batterista Filippo Ragazzoni si fa subito notare per il suo drumming quadrato e nerboruto che offre un concreto aiuto nel tirar fuori la facciata più heavy del gruppo. Altra cannonata furente, “Riding Fast ‘Til The End Of Time” procede in modo spedito ed incalzante su lidi metal molto rabbiosi. Infine, in un disco firmato Black Rainbows, non possono certo mancare momenti più cerebrali, “13th Step Of The Pyramid” ci accompagna in un viaggio squisitamente psichedelico che conclude nel modo migliore questo “Pandaemonium”. Ancora una volta i musicisti romani hanno saputo superarsi, i nove brani presentati non rivelano punti deboli, l’ispirazione di Fiori e compagni sembra attingere da una fonte inesauribile. La scena italiana non può che essere orgogliosa dei Black Rainbows, non a caso i nostri vengono chiamati sempre più spesso a suonare all’estero, un chiaro riconoscimento internazionale di una band che possiede tutte le carte per essere riconosciuta tra i migliori esponenti del genere.