7.0
- Band: BLACK RAINBOWS
- Durata: 00:59:06
- Disponibile dal: 09/06/2023
- Etichetta:
- Heavy Psych Sounds
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La storia di una passione che perdura da ormai sedici anni continua imperterrita: è quella dei Black Rainbows per lo stoner e la psichedelia, guidati come sempre dall’instancabile Gabriele Fiori a voce e chitarra. Arrivati ormai all’ottava prova in studio con “Superskull”, il trio romano – che vive da anni accanto all’altra creatura di Gabriele, cioè la Heavy Psych Sounds – non ha più bisogno di cercare per forza innovazione e uno stile nuovo. Stoner diretto, fresco, condito con quella giusta alternanza fra la psichedelia dei Nebula e le mazzate degli High On Fire: un vero e proprio bigino di come dovrebbe suonare oggi questo genere, a cominciare dalla doppietta “Apocalypse March” e “Superhero Dopeproof”. Arricchito dall’immancabile calore del rumore bianco di valvole, l’album si divide in una serie di tracce prima più veloci e poi più lisergico/sperimentali, confezionando una parata sonora che abbraccia decenni di stoner rock e stili diversi fra loro.
Atmosfere acide che ci accompagnano in questa ora di musica, fra effetti di delay vocali e riff che si estendono come galassie si sentono fortemente in pezzi come “Till The Outerspace”, mentre in canzoni come “The Pilgrim Son” e “King Snake” echeggia il progetto folk-rock del frontman, i The Pilgrim, più ‘viaggiosi’ e sperimentali. È una cavalcata durata lunghi anni, quella che ha reso i Black Rainbows noti anche oltre le Alpi, con una produzione come sempre ottima e che valorizza appieno l’attitudine ‘fuzzy’ della band, questa volta affidata a Fabio Sforza dei Forward Studio per registrazioni e missaggio e valorizzata dal mastering di Claudio Pisi Gruer dei Pisistudio di Roma.
Fra i midtempo di “Desert Sun” e la cavalcata di “Lone Wolf” emergono frammenti di un iceberg chiamato Monster Magnet, mentre a chiudere la parte finale del lavoro arriva il sapore lisergico di “Megalomania” e quello quasi sciamanico di “Fire In The Sky”.
Ai Black Rainbows, come scrivevamo poco fa, non serve più creare sperimentazioni o ricercare l’innovatività a tutti i costi: basta semplicemente suonare e divertirsi in fase compositiva. Insomma, “Superskull” è un disco di maniera, frutto di decenni di esperienza nell’ascoltare e nel cercare band, decisamente buono per fare un ripasso o per approcciarsi per la prima volta a un genere sempre più apprezzato anche fuori dall’ambito prettamente metal.