BLACK SABBATH – Forbidden

Pubblicato il 04/07/1995 da
voto
5.5
  • Band: BLACK SABBATH
  • Durata: 00:44:10
  • Disponibile dal: 20/06/1995
  • Etichetta:
  • I.R.S. Records
  • Distributore: EMI MUSIC

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L’estate del 1994 aveva portato i Black Sabbath a ricostruire tre quarti della formazione originale: Bill Ward, infatti, si era unito al gruppo al posto di Bobby Rondinelli per alcune date in Sud America, anche se la reunion vera e propria con Ozzy era sfumata per un pelo. Sarebbe stato lecito, dunque, aspettarsi un nuovo lavoro con questa formazione, invece, come d’abitudine ormai, tutto sembra andare a rotoli in brevissimo tempo. Ward, esattamente come aveva fatto all’epoca di Ronnie James Dio e Ian Gillan, non riesce ad integrarsi in una band che non abbia il suo amico Ozzy dietro al microfono, e anche Geezer inizia a sentirsi stretto in questa formazione dei Black Sabbath, preferendo dedicarsi prima al suo progetto solista, G//Z/R, per poi unirsi proprio a Ozzy per l’album “Ozzmosis”. Tony Iommi, per quanto incredulo, non si lascia abbattere e richiama un paio di amici già noti al pubblico dei Sabbath: Neil Murray e Cozy Powell.
Ripristinata, di fatto, la formazione di “Tyr”, la band è pronta a mettersi al lavoro su un nuovo album in studio, e all’etichetta, la IRS, viene in mente una di quelle idee di marketing bislacche: i Black Sabbath, a parere loro, hanno bisogno di una svecchiata, il metal sta cambiando, la rivoluzione del nu metal è già nell’aria e le contaminazioni con il mondo del rap e dell’hip-hop sembrano essere il futuro. L’etichetta, dunque, propone alla band di farsi produrre da Ernie C., chitarrista dei Body Count, che sicuramente è un fan dei Black Sabbath, ma di certo proviene da un background completamente diverso. Iommi e compagni sono un po’ scettici, ma decidono di provarci.
In studio, però, le cose non sembrano andare per il verso giusto. I due più insofferenti risultano essere Tony Iommi e Cozy Powell: il primo, da sempre molto coinvolto nella produzione degli album, si ritrova in breve tempo a prendere le distanze da tutte le decisioni di Ernie C. sul sound del disco; mentre il secondo, un batterista praticamente già leggendario, non gradisce sentirsi dire (da un chitarrista, oltretutto), come debba suonare il suo strumento. Alla fine, il risultato scontenta tutti e lo stesso Iommi oggi considera “Forbidden” un capitolo totalmente dimenticabile.
Sarebbe tuttavia un errore riversare tutta la colpa sulla produzione di Ernie C. e il suo rapporto difficoltoso con la band. “Forbidden” è un album brutto, semplicemente. Tutta la band, che avrebbe un potenziale altissimo, lavora al di sotto delle sue capacità e perfino Iommi, un artista che ha mantenuto una media qualitativa spaventosamente alta per gran parte della sua carriera, appare completamente spento. Le canzoni scorrono senza lasciare traccia, nell’anonimato più assoluto, ed è difficile riuscire a trovare qualche spunto di interesse. Giusto “The Illusion Of Power”, se non fosse per quell’improbabile intervento del rapper Ice-T (anch’egli nei Body Count), e la titletrack, che ci riporta quantomeno ai buoni livelli espressi in altri lavori dell’era Martin.
Le vendite, con buona pace dell’abile mossa di marketing, sono semplicemente disastrose e la band finisce in naftalina a leccarsi le ferite in attesa di tempi migliori. Se la carriera dei Black Sabbath si fosse chiusa qui, sarebbe stato davvero un brutto modo per andarsene. Fortunatamente la grande stagione delle reunion è alle porte e la band tornerà a riprendersi il meritato successo che li aveva resi inarrestabili negli anni d’oro della loro leggendaria carriera.

TRACKLIST

  1. The Illusion of Power
  2. Get a Grip
  3. Can't Get Close Enough
  4. Shaking Off the Chains
  5. I Won't Cry for You
  6. Guilty as Hell
  7. Sick and Tired
  8. Rusty Angels
  9. Forbidden
  10. Kiss of Death
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