BLACK SABBATH – Never Say Die!

Pubblicato il 18/09/1978 da
voto
5.5
  • Band: BLACK SABBATH
  • Durata: 00:45:29
  • Disponibile dal: 01/10/1978
  • Etichetta:
  • Warner Bros

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Il 1977 non è esattamente un buon anno per i Black Sabbath: il panorama musicale inizia ad essere squassato dal fenomeno del punk rock e la band di Birmingham rischia di essere sorpassata, come un vestito fuori moda, nonostante i quattro abbiano meno di trent’anni. A questo si aggiunge anche una circostanza sfortunata che colpisce Ozzy Osbourne: suo padre, infatti, si ammala gravemente, tanto da costringere il cantante a compiere una scelta drastica. Impossibilitato a proseguire con gli impegni pressanti della band, Ozzy abbandona per restare con la famiglia. Colti alla sprovvista, i tre rimasti si mettono alla ricerca di un sostituto, trovandolo in Dave Walker, cantante amico di Tony Iommi. Tra i quattro, però, non scocca la proverbiale scintilla e la collaborazione si limita a qualche brano abbozzato assieme e qualche ospitata televisiva. Nel mentre, viene a mancare il padre di Ozzy e il cantante si ritrova a bussare alla porta dei suoi vecchi compagni, chiedendo di riprendere il proprio ruolo.
I Black Sabbath, dunque, si chiudono nei Sound Interchange di Toronto per dare vita al loro nuovo album, “Never Say Die!”, ma la magia di un tempo appare persa. Ozzy è tutt’altro che concentrato, fa il minimo sindacale per registrare le sue parti e, oltretutto, si rifiuta categoricamente di cantare i pezzi composti durante la sua assenza assieme a Dave Walker; Bill e Geezer si appoggiano completamente a Tony, mettendogli ulteriore pressione, e il chitarrista, dal canto suo, inizia ad accusare il peso di dover portare avanti da solo il carrozzone della band. Con una simile atmosfera, il risultato finale non può che essere avvilente rispetto ai capolavori del passato: “Never Say Die!” è un album a cui manca una direzione, perso tra idee e suggestioni molto diverse tra loro. La title-track convince abbastanza con il suo riff trascinante ed energico; così come “Hard Road”, brano orecchiabile dotato di una buona melodia e un coro trascinante sul finale. Il resto si trascina stancamente, tra brani totalmente superflui (“Junior’s Eyes”, “Shock Wave”, “Over To You”); e qualche passaggio quantomeno curioso. Tra questi citiamo “Air Dance”, resa interessante dall’ottimo lavoro del giovane Don Airey alle tastiere; o “Swinging The Chain”, canzone dalle radici swing, cantata nuovamente da Bill Ward a causa del rifiuto di Ozzy (il brano proviene dalle sessioni realizzate con Walker).
A seguito della pubblicazione, i Black Sabbath partono per l’ennesimo tour: ad accompagnarli una giovane formazione chiamata Van Halen, che li distrugge letteralmente sul palco con il suo stile infuocato e selvaggio. Sembra proprio che la band di Iommi sia avviata sul viale del tramonto, invece ciò a cui si assisterà, sarà una delle più grandi rinascite della Storia del Rock. A renderlo possibile è un piccolo grande uomo dalla voce straordinaria che ha da poco lasciato la corte di Ritchie Blackmore. Ha origini italiane e si fa chiamare Ronnie James Dio.

TRACKLIST

  1. Never Say Die
  2. Johnny Blade
  3. Junior's Eyes
  4. A Hard Road
  5. Shock Wave
  6. Air Dance
  7. Over to You
  8. Breakout
  9. Swinging the Chain
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