8.0
- Band: BLACK SABBATH
- Durata: 00:43:02
- Disponibile dal: 23/11/1987
- Etichetta:
- Vertigo
- Distributore: Warner Bros
Spotify:
Apple Music:
Si sa, con una storia pluridecennale è normale che ci siano alti e bassi nella carriera di una band: il passaggio delle mode, le correnti innovative, gruppi più giovani e agguerriti, tutte cose che concorrono a delle normali fasi calanti nelle fortune di un gruppo. La seconda metà degli anni Ottanta non è certamente tra le più fortunate per Tony Iommi e ciò che rimane dei Black Sabbath. Il chitarrista, infatti, viene mollato dal suo manager, Don Arden, invischiato in una serie di beghe legali, e per una serie di circostanze (poco) fortuite, si ritrova nuovamente sotto contratto con il vecchio manager dei Black Sabbath, Patrick Meehan. Quest’ultimo da una parte riporta un po’ quello stile di vita sontuoso da rockstar nella vita di Iommi e compagni, spedendoli a Montserrat, nelle Antille, per registrare il nuovo album. Dall’altra, però, si rivela essere il solito personaggio poco raccomandabile e il sodalizio va presto in fumo.
Il nuovo album, “The Eternal Idol”, inizia a prendere vita tra mille difficoltà. La formazione attuale dei Black Sabbath, infatti, è una tra le più traballanti: le registrazioni, di fatto, iniziano con una formazione e verranno terminate con un’altra. Alla batteria troviamo ancora Eric Singer, che però, stufo della situazione poco chiara, se ne andrà al termine delle registrazioni; al basso inizialmente ritroviamo Dave Spitz, che però ancora una volta molla tutto per problemi personali, costringendo Iommi a convocare Bob Daisley, un apprezzato professionista che aveva lavorato anche con Ozzy, per concludere le tracce lasciate a metà dal vecchio bassista. Anche l’ennesimo cantante Ray Gillen, inizialmente entusiasta del suo nuovo ruolo, si stanca ben presto e, forse anche a causa di una questione di mancati pagamenti da parte di Meehan, se ne va lasciando il lavoro a metà. A salvare la situazione arriva Tony Martin, cantante poco noto ma dotato di una splendida voce, che darà finalmente un po’ di stabilità dietro al microfono dei Black Sabbath. Perfino il produttore viene cambiato in corsa: la prima scelta era stata nuovamente quella di Jeff Glixman, già produttore di “Seventh Star”, ma le cose non funzionano e il tutto viene passato nelle mani di Chris Tsangarides.
Insomma, ci sono tutti i presupposti per un album disastroso… Invece “The Eternal Idol”, che pure non ci sentiamo di mettere ai vertici della produzione dei Sabbath, è un signor disco, con qualche difetto, ma dotato anche di ottime canzoni. Il sound è ancora troppo legato agli standard degli anni Ottanta, con una batteria plasticosa e chitarre troppo effettate; le canzoni soffrono un po’ di una mancanza di direzione artistica, risultando poco coese tra loro, ma la qualità c’è ed è innegabile. Composizioni eccellenti come “The Shining” o la conclusiva “The Eternal Idol” sfoderano la migliore vena epica di Iommi e la voce di Martin si adatta perfettamente al mood delle canzoni, pur trovandosi semplicemente a replicare delle linee vocali scritte da o per Ray Gillen. Allo stesso modo non si può non apprezzare episodi energici e più diretti, come “Hard Life To Love” e “Born To Lose”, in cui il chitarrista può dare spazio alla sua vena più tipicamente hard rock, reclamando ancora una volta il trono di ‘riff master’ per eccellenza. Infine, un ultimo brano che citiamo molto volentieri è “Nightmare”, inizialmente scritto per la colonna sonora di uno dei film della nota saga horror, riporta i Black Sabbath in quei territori sinistri ed oscuri che hanno fatto la loro fortuna ad inizio carriera.
Nonostante la buona qualità del materiale, l’album si rivela il peggiore flop commerciale nella carriera della band, raggiungendo solo la sessantasettesima posizione in classifica. Accolto tiepidamente da critica e pubblico, l’insuccesso si riflette anche sul conseguente tour, che vede Iommi e Martin accompagnati da due session man, Jo Burt al basso e il batterista dei Clash, Terry Chimes, oltre al fedele Geoff Nicholls alle tastiere. Per nostra fortuna, però, Tony Iommi non è uno che molla facilmente…