6.0
- Band: BLACK SABBATH
- Durata: 02:30:52
- Disponibile dal: 28/10/2016
- Etichetta:
- BMG
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E’ sempre difficile dare un giudizio su questo genere di operazioni discografiche, soprattutto quando sono coinvolte band con decenni di carriera alle spalle e una discografia sterminata tra album ufficiali, live, raccolte, cofanetti, edizioni deluxe, remaster e quant’altro. Non fa eccezione questa “The Ultimate Collection”, l’ennesimo ‘best of’ della band di Birmingham che accompagna, riprendendo anche l’artwork del tour, l’ultimo giro di danza dei Black Sabbath prima di calare il sipario sulla loro storia. Inutile dire che, se dovessimo giudicare semplicemente la qualità delle canzoni, il voto in calce alla recensione sarebbe perlomeno nove, ma questo è quasi scontato. Detto questo, però, cerchiamo di capire a chi si rivolge un doppio album come questo. Per i fan accaniti della band di Tony Iommi un’uscita di questo tipo è totalmente inutile: non ci sono inediti o chicche perdute e ritrovate in qualche cassetto, solo una selezione di brani storici del gruppo, rimasterizzata per l’occasione. Nulla, insomma, che giustificherebbe un acquisto per chi possiede già gli album originali: giusto i completisti si ritroveranno a sborsare il prezzo, a denti stretti, pur di non perdere un tassello della collezione. Vogliamo considerare allora questa raccolta come un buon modo per avvicinarsi alla musica dei Black Sabbath? Un biglietto da visita per un giovane metallaro che vuole, giustamente, studiarsi le radici di questo genere musicale? Anche in questo caso, però, “The Ultimate Collection” non ci sembrerebbe la scelta migliore: il doppio CD, infatti, pesca a piene mani solo dal periodo ’70-’78, quello con Ozzy alla voce e, francamente, ci pare ingeneroso un ‘greatest hits’ che prenda in considerazione album come “Technical Ecstasy” e “Never Say Die!” e ignori completamente capolavori assoluti come “Heaven And Hell”, “Born Again”, “Headless Cross” e via dicendo. Per chi è stata pensata, dunque, questa compilation? A parere di chi scrive, questo doppio album è stato concepito per il pubblico generalista, che non è interessato a chissà quale approfondimento, ma ancora appartiene alla generazione che compra i CD e li tiene sulla mensola, assieme a qualche classico del rock. E’ il pubblico per cui i Black Sabbath sono “Paranoid” (non a caso, posta in apertura); i Deep Purple, “Smoke On The Water”; i Led Zeppelin, “Stairway To Heaven”; i Pink Floyd, “Another Brick in the Wall” e via dicendo. Non è un crimine, ci mancherebbe: non si diventa una band planetaria solo grazie ai fan che comprano le discografie complete; però, diciamocelo, se appartenete a questa categoria, difficilmente sarete anche degli abituali frequentatori delle nostre pagine.