7.5
- Band: BLACK THERAPY
- Durata: 00:43:30
- Disponibile dal: 02/12/2016
- Etichetta:
- Apostasy Records
- Distributore: Audioglobe
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Se c’è un genere che, come il buon vino o le belle donne, migliora con il passare degli anni, quello è senza dubbio il melodic-death metal, capace ancora oggi, ad oltre vent’anni di distanza dagli esordi, di regalare nuove emozioni sia nella riscoperta dei capolavori dell’epoca che grazie all’avvento di nuove leve, in grado di tenere alte le vele (ormai ammainate verso altre lidi) dai padri fondatori. Se la terra promessa di questa nuova ondata è da tempo la Finlandia – erede della scena di Gothenburg grazie ai vari Insomnium, Omnium Gatherum e Mors Principium Est -, anche il Belpaese può vantare le sue eccellenze da esportazione, tra le quali possiamo da oggi annoverare anche i Black Therapy. Dopo il divertente ma ancora acerbo esordio “Symptoms Of A Common Sickness”, seguito l’anno successivo dal più interessante EP “The Final Outcome”, il quintetto capitolino alza ancora l’asticella con questo “In The Embrace Of Sorrow, I Smile”, secondo lavoro che segna un deciso passo avanti in termini di maturità compositiva, ponendosi già dalla copertina nella scia dei già citati Insomnium. A riprova di ciò, dopo la cinematografica intro “Tears Of Innocence”, la title-track (scelta anche come primo singolo) ci riporta ai tempi di “Since The Day It All Came Down”, unendo in sei minuti scariche di doppia cassa ed arpeggi melanconici secondo la migliore tradizione nord-europea. Dopo la classica partenza col botto, il resto della tracklist per fortuna non è da meno – su tutte, da citare la quasi metalcoreggiante “She, The Weapon”, “Voices In My Head” e “The Final Outcome” -, concedendo un attimo di tregua soltanto in occasione della semi-strumentale “Paintings Of A Black Ocean” (simile per la verità all’omonima outro di “The Mind’s Eye” dei Dark Trannquillity). Dopo i Lunarsea, peraltro esplosi anche loro in occasione del secondo album, i Black Therapy contribuiscono a confermare la città eterna come capitale non solo politica ma anche del melodic-death tricolore.