7.5
- Band: BLACK THERAPY
- Durata: 00:48:20
- Disponibile dal: 10/06/2022
- Etichetta:
- Black Lion Records
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Domanda facile: cos’hanno in comune Gabriele Mainetti e i Black Therapy? Oltre alla comune provenienza dalla Città Eterna, entrambi hanno saputo padroneggiare materia plasmata da altri, riuscendo ad interpetare con successo un genere solitamente associato ad altri. Certamente il paragone tra il regista di “Lo Chiamavano Jeeg Robot” e una band melodic-death lascia il tempo che trova, ma nondimeno quello che ci preme qui sottolineare è come i cinque capitolini abbiano saputo ritagliarsi un cono d’ombra in una scena solitamente associata alla terra dei Mille Laghi, dove Insomnium e compagnia malinconica hanno ormai preso il posto dei padrini di Gothenburg. Come i suoi due predecessori (“In The Embrace Of Sorrow, I Smile” e “Echoes Of Dying Memories”) così anche questo “Onward” si conferma un lavoro molto solido, le cui ambizioni melanconiche sono ben evidenti fin dalla copertina e sublimate musicalmente a partire dalla title-track posta in apertura, le cui punteggiature melodiche sono lampi di luce in un contesto ritmico lugubremente forsennato. La scrittura durante la pandemia sembra aver intriso ancor più di un inchiostro cupo la penna del cantante Giuseppe Di Giorgio, ma come spesso succede è la musica a fungere da catarsi e da questo punto di vista l’operato della coppia d’asce è encomiabile nel tradurre sul pentagramma disperazione e speranza, passando dal quasi metalcore di “Blindess” ai sette minuti a là Mors Principium Est di “Betray My Ideals”. Le clean vocals di “Behind The Glass” aumentano lo spettro emozionale preparando il terreno per la tempesta ritmica di “Together”, autentica pièce de résistance di melo-death in sala finnica strategicamente posizionato a centro tracklist, cui giustamente fa seguito la quiete della strumentale “At The Gates Of Soul” (un titolo che non pensiamo sia stato scelto a caso). Sul finale c’è ancora spazio per qualche digressione (dai blast-beat simil black di “Destroy The Fate” alla voce femminile che accompagna la conclusiva “A Quiet Place”), a riprova di come il Tevere sia ormai un affluente del mare del Nord. In attesa di risentire i Lunarsea, festeggiamo dunque il terzo centro di fila per i Black Therapy, ormai divenuti uno dei nomi di punta della Black Lion.