7.5
- Band: BLACK VEIL BRIDES
- Durata: 00:46:37
- Disponibile dal: 12/01/2018
- Etichetta:
- Lava Records
- Distributore: Universal
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Ave atque vale, ovvero ‘ciao e stammi bene’. Erano soliti salutare così gli antichi romani (sia nella vita di tutti i giorni che nel dire addio ai propri cari, come insegna Catullo), e l’espressione evidentemente dev’essere piaciuta ai Black Veil Brides, al punto che la loro ultima fatica riprende proprio questa formula. Lo sguardo rivolto al passato tuttavia non è solo verso i nostri antenati, ma anche dal punto di vista prettamente musicale la formazione californiana, reduce da un album omonimo rivelatosi col tempo anche abbastanza anonimo, volge lo sguardo al passato reecnte, andando a riprendere molti degli elementi che hanno fatto di “Wretched And Divine: The Story Of The Wild Ones” un piccolo gioiellino del genere. Se a livello concettuale siamo sempre dalle parti dell’immmaginario Hunger Games / Divergent, le dodici tracce che fungono da colonna sonora attingono a piene mani dalla tradizione più moderna dell’alternative metal (A7X, BFMV, AFI), aggiungendo un tocco teatrale / cinematografico in stile My Chemical Romance / Yellowcard e l’immancabile componente revival glam (anche se in misura minore rispetto agli esordi), risultando in altrettanti potenziali singoli. Se fin dal primo ascolto colpisce la capacità di scrivere ritornelli da stadio, quello che emerge nei passaggi successivi – a patto ovviamente di riuscire ad andare oltre all’immagine da poster boy e alla quantità industriale di‘Oh o-oh’ piazzati ad arte nei chorus – è la varietà di sfumature espresse dalle varie “Wake Up”, “When They Call My Name”, “Dead Man Walking”, “My Vow” e “Ballad Of The Lonely Hearts”, nuovi inni generazionali di una leva (quella dei nati negli anni 2000) forse non così musicalmente sfortunata come invecchiando tendiamo a credere. Non sarà il concept del secolo, ma la storia iniziata con “Wretched And Divine…” – di cui “Vale” è il successore spirituale e più malinconico, in contrasto con il più arioso lavoro solista del frontman Andy ‘Black’ Biersack – è di quelle destinate a lasciare il segno anche una volta raggiunta la maggiore età. Black Veil Brides: parafrasando Jo Squillo e Sabrina Salerno, oltre le frange c’è di più.