7.5
- Band: BLACK VEIL BRIDES
- Durata: 00:50:06
- Disponibile dal: 08/01/2013
- Etichetta:
- Lava Records
- Distributore: Universal
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Avenged Sevenfold, Trivium, 30 Seconds To Mars, My Chemical Romance, A.F.I. Linkin Park, Yellowcard, Nickelback…In giorni di tappeti rossi e statuette, possiamo dire che minimo comune denominatore di tutte le band sopra citate è quello di essere state quanto meno nominabili in un’ipotetica categoria “best alternative rock/metal act”, genere in cui quest’anno i Black Veil Brides possono tranquillamente aspirare all’Oscar. “Wretched and Divine: The Story of the Wild Ones”, terzo album dopo l’ancora acerbo “We Stitch These Wounds” e il successivo debutto su major “Set the World on Fire”, si presenta infatti fin dal titolo e dalla corposa tracklist come il disco della maturità per la formazione originaria dell’Ohio, alle prese con una rock opera perfetta, sia a livello lirico che musicale, per conquistare la cosidetta ‘Twilight generation’. Forte di un concept poco originale ma per questo efficace – l’eterna lotta tra il bene e il male, stavolta partorito dalle fantasie di una ragazza che vede i membri della band, i Wild Ones appunto, contrapposti ad un fantomatica organizzazione, la F.E.A.R. -, allo stesso modo anche la parte musicale pesca a piene mani dai gruppi citati in apertura, recuperando, in ordine di importanza, le armonizzazioni degli A7X, il riffing dei Trivium, i ritornelli da stadio dei Nickelback, la vena dark di MCR e AFI, il violino degli Yellowcard, il gusto teatrale dei 30STM e l’elettronica dei LP. L’alchimia di questi elementi, prevedibilmente, non produce un nuovo elemento sulla tavola periodica metallica e ha il potenziale bellico di una baionetta armata con un coltello di plastica; tuttavia, pur senza possedere lo spessore di un “City Of Evil”, l’album mette in fila una serie di anthem pronti ad ispirare una generazione più dei giochi di Londra, a conferma di come la nuova frontiera del marchio -core sia ormai la commistione il glam e relative pacchianate annesse e connesse (grazie Steel Panther?). I nostalgici degli anni ’80 probabilmente storceranno il naso, ma se in passato avete fatto il tifo per le band sopra citate (e, giustamente, avete risparmiato i soldi della paghetta lasciando sugli scaffali l’ultimo lavoro dei Bullet For My Valentine), ci sono buone probabilità che la fatidica frase ‘..and the winner is’ faccia stavolta rima con Black Veil Brides.