BLACK YET FULL OF STARS – Dark Wing Gospel

Pubblicato il 24/12/2024 da
voto
7.5

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“Dark Wing Gospel” è la seconda opera del progetto Black Yet Full Of Stars, che altro non è che la trasposizione in musica degli studi e della passione del compositore italiano Carlo M. Dini, da qualche anno trasferitosi in Olanda.
Il primo lavoro omonimo, uscito nel 2016, aveva fatto sentire delle buone potenzialità per quel mondo che strizza l’occhio all’unione del power e della musica sinfonica. Con questa nuova uscita, però, l’asticella si è alzata di molto e ha raggiunto alti livelli, anche perché non abbiamo semplici sample o tastiere che danno effetti, visto che colui che sta dietro a tutte le orchestrazioni è qualcuno che della musica ne ha fatto studi e approfondimenti fino a creare colonne sonore di film con ambientazioni gotiche e orrorifiche. In realtà poi, questa seconda uscita autoprodotta prevede anche un disco intitolato “In Glorious Red”, un tuffo nel lirismo più puro, prevedendo le tracce voce/cori e tutti gli strumenti classici.
Ritornando però a quello che ci propone Black Yet Full Of Stars, troviamo quella capacità di creare commistione unendo gli Iced Earth di “The Dark Saga”, con la loro potenza e i loro crescendo, e i Nightwish per la pomposità assieme anche al contesto ambient e tipico delle colonne sonore epiche (Brian Eno e Hans Zimmer su tutti).
Un album che, come ogni opera che si rispetti, inizia con una introduzione esplicativa di quello che andremo ad ascoltare: prendendo spunto anche da altri compositori di metal opere o di progetti come Avantasia o Ayreon, il compositore Dini, che sulle sei tracce di questo secondo disco suona la chitarra, fa cantare i suoi protagonisti, qui interpretati da Davide Penna (ottima voce ruvida e calda), Ludovico Cioffi (membro dei Delain) con i suoi growl e le parti parlate gutturali e Zema Baghirova alle parti liriche.
Le tematiche esposte in “Dark Wing Gospel” sono legate all’alchimia, e nel lavoro è possibile trovare titoli come “The Great Work”, la ‘Grande Opera’, ovverosia la spiegazione dell’itinerario alchemico per la lavorazione e la trasformazione della materia, e “Nigredo, Foulest Servant”, “Albedo, Ancient Heart” e “Rubedo, The Artist”, che altro non sono che l’Opera al Nero, l’Opera al Bianco e l’Opera al Rosso, compimento della trasformazione stessa.
La cosiddetta ‘parte al nero’ (Nigredo, appunto), con suoni più avvicinabili ai Cradle Of Filth e ai Dimmu Borgir, è più granitica (ma anche più piatta, forse per l’incedere rallentato) rispetto alle sue successive fasi, dove quella concernente Albedo è un pezzo veramente ben calibrato, tra dualismo epico e fantastico nelle orchestrazioni e parte metal di impatto (questo brano, anche nella versione presente in “In Glorious Red”, è un brano da ricordare e da brividi, perché unisce la potenza di un cantato da opera o musical con quella solennità teatrale o da film imperituro).
“Rubedo, The Artist” ritorna, dopo un’intro e una parte conclusiva come ci hanno abituato i Nightwish, a mescolare Therion del periodo “Gothic Kabbalah”, black sinfonico e riff melodici mentre nella conclusiva “King Of Salt” la sezione ritmica, con al basso il russo Misha Voeykov e alla batteria Michiel van der Plicht (sentito dietro alle pelli con i God Dethroned, Katafalk e Pestilence), porta la propria firma anche in sprazzi di blast-beat e cavalcate potenti.
Ci sono momenti un po’ meno scorrevoli, ma questo “Dark Wing Gospel” è un lavoro ben suonato, di impatto, con grandi aperture orchestrali e altrettanti ottimi spunti vocali. Se a questo uniamo l’ascolto della stessa opera in versione classica, anche i palati più melomani potranno avere godimento delle grandi doti di Carlo M. Dini.

TRACKLIST

  1. Halom Shachor
  2. The Great Work
  3. Nigredo, Foulest Servant
  4. Albedo, Ancient Heart
  5. Rubedo, The Artist
  6. King Of Salt
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