7.5
- Band: BLACKBERRY SMOKE
- Durata: 00:40:39
- Disponibile dal: 16/02/2015
- Etichetta:
- Earache
- Distributore: Self
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Tre anni fa, “The Whippoorwill” consacrava i Blackberry Smoke come una delle più interessanti “giovani” (in realtà sono attivi dal 2000) rock band in circolazione. Bissare un disco di tale valore non era impresa facile, ma la formazione di Atlanta è riuscita in questo duro compito. Il nuovo “Holding All The Roses” mantiene quel sound che unisce classic rock, blues, southern ed un tocco di country che ha fatto la fortuna di Charlie Starr e compagni. “Let Me Help You” apre l’album come melodie semplici ed orecchiabili, che trovano il loro climax in un ritornello capace di entrare dritto in testa sin dal primo ascolto. La title track è piena delle tipiche atmosfere del rock sudista americano, mentre con la successiva “Living In The Song” i Blackberry Smoke pagano dazio ai pezzi più ispirati della Marshall Tucker Band. La dirompente “Rock’n’Roll Again” ci catapulta negli anni Settanta: i giri di chitarra e le linee vocali sono quanto di più classico si possa chiedere, senza mai scadere nel plagio il quintetto ci offre una grande lezione di storia della musica. Il lento “Woman In The Moon” invece non colpisce particolarmente: il brano si rivela l’unico mezzo passo falso di questo disco. Con “Payback’s A Bitch” i Blackberry Smoke donano alla loro musica un tocco di Lynyrd Skynyrd, la calda voce di Starr assume il ruolo di protagonista, un marchio di fabbrica che dona una marcia in più ai brani. La produzione del disco, ad opera del famoso Brendan O’Brien (Springsteen, Pearl Jam, Neil Young), ha il merito di aver lucidato le canzoni, impreziosite da suoni cristallini e caldi, perfetti per essere ascoltati anche su vinile. “Holding All The Roses” si chiude con uno dei pezzi più tosti e hard rockeggianti dell’intero CD: “Fire In The Hole” unisce potenza e melodie in uno squisito mix assolutamente scoppiettante all’ascolto. Un altro centro per la Earache Records, che avendo dato fiducia ai Blackberry Smoke oggi può vantare nel proprio roster una delle formazioni più incisive degli ultimi anni insieme ai Rival Sons. Forse il precedente “The Whippoorwill” possiede un tocco magico in più, ma la formazione americana ci ha dimostrato di essere ancora piena di ispirazione e di non volersi riposare sugli allori, sfornando un nuovo lavoro di tutto rispetto.