8.0
- Band: BLACKMORE'S NIGHT
- Durata: 00:50:44
- Disponibile dal: 30/06/2008
- Etichetta:
- SPV Records
- Distributore: Audioglobe
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Sono ormai anni che il buon Ritchie, senza ombra di dubbio uno dei più grandi chitarristi hard rock (o metal, decidete voi) che il mondo abbia mai visto, ha abbandonato le sonorità a noi care per dedicarsi alla musica medievale, rivisitata secondo canoni moderni. La solita leggenda metropolitana narra che l’ex Deep Purple, folgorato dalla bellezza della bionda Candice Night, abbia deciso di dedicarsi anima e corpo al progetto Blackmore’s Night; senza sminuire le doti della brava singer americana, onestamente pensiamo che ci sia voluto ben altro per far virare in maniera così drastica il nostro amato musicista, fatto sta che da parecchi anni a questa parte il duo musicale ci ha regalato autentici capolavori del genere, divenendo un punto di riferimento per gli amanti della musica medievale o, per usare un termine tanto caro a Blackmore, del Renaissance Rock. Sappiamo che Ritchie Blackmore fu sempre influenzato dalla musica antica e medievale, ed in questi anni ha dato libero sfogo alla sua passione. Questo “Secret Voyage” arriva dopo lo straordinario successo di vendite e di critica degli ultimi due lavori, anche se tutta la discografia dei Blackmore’s Night ha sempre goduto di ottime vendite. Ci si aspettava un lavoro meno impegnativo e più commerciale, invece i due ci regalano un album straordinario, forse il migliore della loro discografia. Dopo l’intro affidata a “God Save The Keg”, una melodia orchestrale che termina sulle note del canto gregoriano “Stella Splendens”, ecco l’epica “Locked Within The Crystal Ball”, una delle migliori song mai scritte dai Blackmore’s: otto minuti di arrangiamenti maestosi, liriche epiche dal coinvolgimento totale, con un riff in cui Ritchie duetta con Candice regalandoci momenti veramente indimenticabili. Abbiamo segnalato le prime due song, ma tutto l’album è veramente eccezionale e merita le lodi che solo un capolavoro è degno di ricevere; i Blackmore’s avrebbero potuto confezionare un album più moderno, magari più commerciale, più vicino ai gusti delle masse, invece hanno fatto un ulteriore passo indietro nel tempo pescando ancora di più nel medioevo musicale, con il solito songwriting ispirato ad eventi dell’epoca, regalandoci un’emozione dietro l’altra. Ancora una volta siamo di fronte ad un lavoro veramente da applausi: assolutamente da avere.
