6.0
- Band: BLACKOUT PROBLEMS
- Durata: 00:52:05
- Disponibile dal: 15/01/2021
- Etichetta:
- Sony
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Miscela perfetta per un cocktail analcolico da discoteca della domenica pomeriggio: 2/3 di Bring Me The Horizon, 1/3 di Smashing Pumpkins (quelli nuovi però) e una spruzzata di Fever 333 per gradire. Non ce ne vogliano i Blackout Problems per la banalizzazione, ma ascoltando “Dark” l’impressione è quella di trovarsi di fronte all’ennesimo tentativo di seguire la strada tracciata da Oli Sykes, partendo da un’iconografia perfetta per incontrare i favori di un pubblico ormai in cammino sul viale dell’adolescenza. Se il paragone con le Zucche di Chicago è dovuto alla timbrica del singer Mario Radetzky – vagamente simile a quello di Billy Corgan, anche se le tastierine di “Brother” o di “Fireman” hanno qualcosa da spartire con quella cagata pazzesca di “Cyr” -, il confronto con i Fever 333 è invece fin troppo lusinghiero, dato che l’attivismo politico dell’opener “Murderer” è una versione all’acqua di rose della band di Jason Butler (a sua volta versione edulcorata dei RATM). Chiarito il raggio d’azione, un dark-pop in cui alternative, elettronica e pop copulano come in una gang-bang degli Orsetti del Cuore, diciamo che nel loro genere i quattro bavaresi sanno come muoversi: non per nulla sono in circolazione da un po’ di anni, avendo nel frattempo rilasciato due album indipendenti che hanno permesso loro di affiancare grossi nomi pop-rock nei paesi di lingua tedesca. E proprio in madrepatria, complice un contratto con la Sony e una manciata di singoli da heavy rotation (oltre a quelli citati, perschiamo nel mucchio la titletrack e la conclusiva “Ghost”), probabilmente faranno il botto, guadagando di rimbalzo qualche fan club anche nel resto dell’Europa. Restando nella nutrita cerchia dei ‘BMTH de noartri’ chi scrive preferisce di gran lunga gli Imminence, ma se siete troppo giovani per ricordavi i Tokio Hotel magari potreste cedere al fascino oscuro dei Blackout Problems.