6.5
- Band: BLAZE OF HATE
- Durata: 00:37:09
- Disponibile dal: 27/05/2022
- Etichetta:
- Maxy Sound
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Storia di passione per l’heavy metal, di un amore adolescenziale e irrefrenabile per un genere musicale che, inutile negarlo, ha cambiato la vita di tutti noi. Un rapporto intimo, viscerale che ha portato spesso a rinunce, ad incomprensioni, a tradimenti e riconciliazioni. Fattori che, più o meno romanzati, sono stati riportati al grande pubblico tramite il recentissimo “Metal Lords”; una pellicola semplice, non così pretenziosa, in grado comunque, non solo di riportare la nostra mente al fatidico giorno in cui quella fiamma cominciò ad ardere, ma addirittura di convincere alcuni di noi ad imbracciare nuovamente gli strumenti, abbandonati nel tempo in un angolo della propria stanza in favore di altre esperienze, non solo musicali.
E’ quanto avvenuto a Daniele Prolunghi (già bassista nei Death Mechanism e attuale chitarrista nei Triomanzana, gruppo dedito a sonorità popolari, tra rumbla spagnola e gipsy jazz) il quale, dopo aver visionato il film, come folgorato sulla via di Damasco, in perfetta modalità Jake Blues ha deciso di ricostituire tre quarti della sua vecchia band, i Blaze Of Hate, richiamando all’ovile il batterista Marco Rizzi e il chitarrista Alessandro Banè Bassani. Non solo, dal passato (correva l’anno 2009), quando nella formazione militava anche Matthias Mirandola, ha recuperato un album già impacchettato ma che non trovò mai la via della pubblicazione. Uno stop improvviso causato da una serie di vicissitudini che colpirono in prima persona lo stesso Prolunghi, allontanandolo totalmente dal mondo metal. Ma i primi amori, come detto, spesso ritornano e allora ecco qui “Holocaust Of Souls”, primo disco ufficiale dell’act veronese finalmente rilasciato dalla Maxy Sound. Dieci tracce: questo il contenuto dell’album, tra una serie di assalti thrash/death con saltuari inserti melodici (si ascolti la titletrack e “The Dream”) ed episodi più ricercati, con aggiunte qua e là di stacchi prog (“Evolution”), i Blaze Of Hate vanno a dare un seguito più concreto a quanto realizzato sino a quel momento, e cioè l’ancora acerbo EP “The Human Sunset”, rilasciato nel 2008. I richiami ai pilastri del genere sono ancora parecchi; nonostante questo, la voglia di spezzare le catene col passato, cercando un minimo di personalità tenta di affiorare nel ‘nuovo’ lavoro. Stiamo parlando infatti di un album che trova luce oggi ma risente per forza di cose del periodo storico in cui venne realizzato; la volontà di Prolunghi e compagni è proprio quella di dare un segnale di ripresa delle attività con il più classico dei “dove eravamo rimasti”. Ora che il gruppo si è riformato, non resta che attendere nuovi sviluppi e pertanto nuove news dallo studio di registrazione.