BLAZE OF SORROW – Vultus Fati

Pubblicato il 16/05/2023 da
voto
8.0
  • Band: BLAZE OF SORROW
  • Durata: 00:43:02
  • Disponibile dal: 31/03/2023
  • Etichetta:
  • Eisenwald Tonschmiede

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Le sorprese che ti ritrovi dietro casa. I Blaze Of Sorrow sono una band mantovana attiva da ormai quindici anni, rivelatasi finora molto discreta nel proprio percorso artistico. Certo, i Blaze Of Sorrow del debutto “L’Ultimo Respiro” sono abbastanza distanti da quelli odierni, sia in termine di formazione che di naiveté del suono complessivo, ma resta comunque piuttosto sorprendente come la band del mastermind Peter continui a rimanere una sorta di segreto ben nascosto del panorama estremo nostrano, a fronte di meteore che appaiono e scompaiono nel giro di un paio di stagioni.
Questo nuovo “Vultus Fati” è, a parere di chi scrive, l’ennesima conferma di quanto detto. Non stiamo infatti parlando di una autoproduzione, ma di una uscita per la prestigiosa e intelligente Eisenwald, label tedesca che licenzia tra gli altri i lavori di Uada, Velnias, Ungfell, Coldworld e Panzerfaust. “Vultus Fati” è addirittura il terzo lavoro che esce per l’etichetta di Eisenach ed è in grado di ribadire come il percorso dei Blaze Of Sorrow sia sobrio e ponderato, ma sempre in ascesa disco dopo disco. La dimensione primaria è quella del black metal atmosferico, anche se la palette di colori utilizzata dai nostri è ormai molto ampia e trascende in qualche modo gli strumenti più canonici del genere da cui erano partiti.
E’ con questi presupposti che in “Vultus Fati” possiamo trovare brani praticamente senza sbavatura alcuna come “Flammae” o “Eretica”, dove le tre anime del gruppo si uniscono alla perfezione: l’epico, il malinconico e l’oscuro si intrecciano infatti in modo esemplare.
Attraverso composizioni strutturalmente piuttosto semplici ma di durata corposa, i Blaze Of Sorrow ci conducono su sentieri magari già battuti da altri artisti più celebri ma riescono comunque, a nostro parere, ad ottenere risposte emotive dagli amanti di un certo tipo di oscurità. Il territorio, come detto, è noto: si riconoscono echi di Fen, Alcest, Agalloch, October Falls o i momenti più introspettivi e minimalisti di realtà come Can Bardd o Saor. Nonostante questo, i mantovani sono in grado di ritagliarsi un proprio spazio personale sempre efficace ed emozionante: notevolissime in questo senso risultano le parti più intimiste, come in apertura di “Nel Vento” o “Waldganger”, dove chitarra acustica e archi sono arrangiati e prodotti in modo esemplare.
Un ultimo plauso va alla scelta, veramente riuscita, di utilizzare l’italiano in buona parte dei testi (vi sfidiamo a riuscire a non alzare i pugni al cielo intonando certe parti di “Flammae”) che pone i Blaze Of Sorrow al fianco di realtà in questo maestre come i celebri Imago Mortis. Assolutamente promossi.

TRACKLIST

  1. Furor
  2. Flammae
  3. Nel vento
  4. Eretica
  5. Waldgänger
  6. Aion
  7. Ombre
  8. Aura
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