7.0
- Band: BLAZON RITE
- Durata: 00:36:03
- Disponibile dal: 14/04/2023
- Etichetta:
- Gates Of Hell Records
Spotify:
Apple Music:
Dopo essersi fatti conoscere con l’EP “Dulce Bellum Inexpertis” nel 2020 e aver pubblicato un buon debutto a nome “Endless Halls Of Golden Totem” l’anno successivo, il gruppo proveniente dalla Pennsylvania – e più precisamente dalla citta di Philadelphia – è pronto a tornare in pista con sette nuovi brani che tutti assieme vanno a comporre il nuovo full-length intitolato “Wild Rites And Ancient Songs”. Heavy metal classico che poggia le proprie basi su chitarre che scorrono decise tra riff e armoniche battendo così la strada sulla quale può viaggiare la voce diretta ed impetuosa – ma che potrebbe risultare anche un pò sgraziata – del cantante Johnny Halladay, mostrando influenze di scuola americana che vanno da Cirith Ungol a Omen. La battagliera “Autumn Fear Brings Winter Doom” si scaglia subito sull’ascoltatore spinta dalle note che escono risolute dal basso suonato da Devin Graham e piazzando qualche coretto che ne aumenta fin da subito l’impatto. Le composizioni firmate Blazon Rite non sono affatto lineari, eppure riescono a trovare un buon equilibrio ascolto dopo ascolto mostrando andature dinamiche. È facile imbattersi su riff controllati che poco dopo si lasciano andare in accelerazioni selvagge e assoli scoppiettanti. Lo dimostra subito l’esuberante “Salvage What You Can Of The Night”, dove il fondatore e chitarrista James Kirn, assieme al suo compagno alle sei corde Pierson Roe, creano interessanti trame chitarriste che si esaltano accompagnando le grintose linee vocali. È di nuovo il basso di Devin Graham a riecheggiare sulle note medio-alte dell’esaltante “The Fall of A Once Great House”, brano che inizia blando prima di partire a testa bassa addentrandosi su ritmi più incisivi. Dopo il riflessivo midtempo “Wild Rites And Ancient Songs”, è tempo di una cavalcata dirompente che prende il nome di “Troubadours Of The Final Quarrel”. Note di basso infuocate conducono la via al cantato diretto e senza fronzoli di Halladay, mentre dietro le pelli Ryan Haley non fa mai mancare il suo apporto energico. Infine l’epico incedere di “The Coming Tide Of Yule” mette in guardia l’ascoltatore senza disdegnare qualche furibonda esplosione sonora.
E chissà quale potrebbe essere l’impatto sonoro di questi pezzi se al microfono trovasse posto un cantante più tecnico ed esplosivo rispetto a Johnny, il quale non fa certo mancare impegno e dedizione, ma che al contempo, con il suo approccio grezzo e ruvido, può risultare il cosiddetto tallone d’Achille di questo lavoro. Un disco che esplora le selvagge e primordiali vie dell’heavy metal senza dar troppo peso a ciò che il mercato attuale chiede, ma dando ampio spazio alle proprie sensazioni. Per la consacrazione definitiva bisogna attendere ancora un po’ – e i margini di miglioramento ci sono – ma bisogna riconoscere che la passione dei Blazon Rite verso il metallo più epico e crudo è decisamente riconoscibile durante l’ascolto di “Wild Rites And Ancient Songs”.