BLEED SOMEONE DRY – Post Mortem | Veritas

Pubblicato il 11/11/2015 da
voto
7.0
  • Band: BLEED SOMEONE DRY
  • Durata: 00:43:50
  • Disponibile dal: 15/09/2015
  • Etichetta:
  • Fire Was Born

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Se vogliamo inserire questo “Post Mortem | Veritas”, terzo full length sulla lunga distanza dei toscani Bleed Someone Dry in un contesto musicale preciso e incanalare la band in un filone artistico, dobbiamo preventivamente fare una necessaria sorta di panoramica di quello che è diventato oggi un genere che fino a qualche tempo fa era molto in voga, ma che oggi vive una fase fisiologicamente discendente: il death core. Stilisticamente diciamo che se gruppi ormai più navigati come Whitechapel o Job For A Cowboy hanno virato verso sonorità differenti, le cosiddette nuove leve come ad esempio Thy Art Is Murder, hanno mirato la loro proposta verso sonorità più death metal. In particolar modo in Italia gruppi come i The Juliet Massacre o i The Big Jazz Duo, si stanno facendo notare con materiale di discreta fattura e i Bleed Simeone Dry, che comunque sono già in giro dal 2007, seguono questa ondata, quella cioè di un death metal moderno e ipervitaminico, influenzato anche dal metalcore della scorsa decade da cui i Nostri comunque provengono. Deve essere chiaro quindi che quando diciamo che questi ragazzi suonano death core, non si deve immaginare un gruppo di martelloni che con un power chord ribassato e un po’ di rallentamenti pachidermici ha già scritto un disco perché non è proprio così, anzi. Il songwriting del quartetto di Pistoia è dinamico, tecnico e ficcante, molto scorrevole e decisamente piacevole, relativamente facile sia da ascoltare che da assimilare (chiaramente se avete un briciolo di dimestichezza col genere). Ci sono richiami ai Meshuggah e alle ritmiche sbilenche di certo djent, ma basta ascoltare una “The Sacrifice” per capire che i tempi sincopati e le aperture melodiche possono coesistere senza risultare stucchevoli o con voci pulite. I frangenti più cadenzati sono ben piazzati, molto raramente vengono prolungati più del dovuto e, anche se un po’ prevedibili, svolgono la loro funzione discretamente. Interessanti infine sono gli inserti melodici che spezzano le composizioni con giochi di chiaroscuro affascinanti e, anche in questo caso, sono ben bilanciati nella durata non eccessiva. Insomma i Bleed Someone Dry ormai sono diventati un gruppo solido e si può dire pure esperto, hanno imparato a giocarsi bene le loro carte scrivendo musica intelligente e attuale, se fossero inglesi o americani, probabilmente qualcuno ce li presenterebbe come una band destinata a caricarsi sulle spalle il futuro del metal, anche se così non è. Se dovessimo trovare un difetto a “Post Mortem | Veritas” probabilmente sarebbe proprio la mancanza di un paio di vere e proprie killer track. Tra vari episodi discreti e piacevoli da ascoltare, compreso qualche momento più sperimentale come “Let Me In”, a questi ragazzi manca qualcosa, ma è davvero poco, per il salto di qualità decisivo. Crediamo che per il loro successo un ruolo decisivo potrebbero averlo le loro esibizione dal vivo: i pezzi hanno un piglio coinvolgente e se i Nostri saranno bravi a sfruttare queste caratteristiche, potranno togliersi delle soddisfazioni. Per dovere di cronaca diremo anche che all’interno di “Post Mortem | Veritas” troviamo due collaborazioni: una con Cj McMahon, voce dei Thy Art Is Murder che partecipa nel brano “our Martyrdom” che, se dobbiamo essere sinceri fino in fondo, crediamo potesse essere sfruttato meglio, e l’altra che vede Luca T. Mai degli Zu partecipare a “Ora Pro Nobis”, brano in chiusura dell’album. Un platter questo che consigliamo sicuramente agli amanti del death core sia di ‘vecchia’ che di nuova matrice, e un ascolto lo consigliamo anche a quegli amanti di death metal che non disdegnano le sonorità più moderne e sporche di hardcore.

TRACKLIST

  1. Haeretica Infans
  2. A Violent Awakening
  3. Damnetur Misericordia
  4. The Sacrifice
  5. Let Me In
  6. Devil in Me
  7. Our Martyrdom
  8. Your Name, Their Plague
  9. Doom And Gloom
  10. Justice Has Become Utopia
  11. Cycle Of Decay
  12. Ora Pro Nobis
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