6.5
- Band: BLEEDING EYES
- Durata: 00:48:23
- Disponibile dal: 31/07/2020
- Etichetta: Go Down Records
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Abnegazione, che altro dire? Attivi dal 2002, tra quei gruppi che orgogliosamente trasudano e vivono l’underground nella sua essenza più verace, ecco che i Bleeding Eyes tirano fuori il quinto full-length nel giro di quasi vent’anni, più convinti che mai dei propri mezzi e oramai anche forti di una certa esperienza maturata sul campo. Il nuovo lavoro, “Golgotha”, o almeno parte di esso, prende ispirazione dai vangeli apocrifi dell’Apocalisse (le prime due tracce, a essere precisi) e in generale l’atmosfera dell’intero disco è piuttosto cupa e ieratica. Andando più nel concreto, stiamo parlando di una cinquantina di minuti di stoner/sludge/doom con alcune accelerazioni piuttosto inattese, qualche cavalcata doomy come in “In Principio” e in generale un’aria molto noise a fare da sfondo a tutto questo. Gli effetti hanno un ruolo molto importante nel disegnare i caratteri di questa band pesante e dissacrante: in generale, l’incedere marziale dei brani ben si sposa con alcune riuscite trame chitarristiche ipnotiche e malinconiche, che si trasformano in canti ben sorretti da un riffing piuttosto sostenuto (“Confesso” è una traccia che raccoglie il meglio, a nostro avviso, di quanto i Bleeding Eyes siano in grado di offrire in tal senso).
L’utilizzo della voce è passionale, urlata, distante, sebbene una maggior cura nel cantato in italiano non avrebbe fatto male (qualche inflessione regionale che scappa qua e là, e in generale un tono un po’ troppo lineare nello spoken word, non poi così brillante), ma in generale l’album riesce a mantenere la sua strada; in generale, comunque, preferiamo la seconda parte del disco, la cui pesantezza viene fuori in maniera del tutto naturale e riesce a creare degli affreschi anche atmosferici incisivi e funzionanti (come in “La Verità”, con un ritornello semplice ma efficace all’interno di un letto musicale marziale e inesorabile).
Insomma, sempre lode alle band che continuano per la loro strada a testa alta; la carta puramente underground di gruppi come i Bleeding Eyes resta un marchio di fabbrica potente e di cui andare fieri, e anche questo nuovo lavoro, pur non perfetto, riesce a risultare genuino e a modo suo piuttosto fresco, sebbene i dettagli facciano sempre la differenza.