5.0
- Band: BLEZQI ZATSAZ
- Durata:
- Disponibile dal: /03/2004
- Etichetta:
- Lucretia Records
- Distributore: Self
Questo disco merita un approfondimento doveroso, soprattutto per quanto concerne quegli ignari acquirenti che, attratti dall’elegante packaging e dagli special guest coinvolti (membri sparsi dei connazionali Angra), potrebbero avere una triste sorpresa una volta inserito il cd nel lettore. Dietro l’impronunciabile monicker si cela il progetto solista del tastierista Fabio Ribeiro, noto ai più per i suoi trascorsi negli Shaman. Il musicista carioca sciorina in 70 minuti pieni composizioni strumentali che pescano temi alla rinfusa, tradendo un talento compositivo alquanto zoppicante, se è vero che l’unica ragion d’essere dell’album risiede negli interventi chitarristici (appena sufficienti) di Kiko Loureiro e Hugo Mariutti. “Afterimage” ricorda troppo nei suoni il Tony Banks dei Genesis post-Gabriel per essere credibile, mentre “Thy Fake” indugia oltremisura su temi new age di maniera, contribuendo a rendere l’involucro alquanto melenso. Quando le idee vanno a farsi benedire viene chiamato in causa l’immancabile rifacimento classico (“The Well Tempered Drawbar”) e qualche sintetizzatore di matrice pomp a mo’ di riempitivo. Davvero poco per un album con dichiarate ambizioni progressive, ma qui di ricercato c’è solamente la confezione. Alla larga!