7.5
- Band: BLIND CHANNEL
- Durata: 00:36:58
- Disponibile dal: 01/03/2024
- Etichetta:
- Century Media Records
Spotify:
Apple Music:
Come cambiano i tempi: a cavallo del nuovo millennio, era comune per le band rock e metal prendere per i fondelli le boy band (storica la scena dei The Offspring che demoliscono con le mazze da baseball i cartonati dei Backstreet Boys durante Woodstock ’99), con cui pure si dividevano i palinsesti di MTV prima dell’avvento dello streaming.
Un quarto di secolo dopo, tutto è cambiato: non solo questa violenza gratuita è stata bandita in nome del politically correct, ma in un’epoca sempre più fluida la definizione di ‘Backstreet Boys del metal’ (all’epoca affibbiata in modo poco lusinghiero ai Linkin Park, rei di aver reclutato Chester Bennignton per mano del loro manager) è vista come un vanto, come nel caso dei Blind Channel, che così si autodefiniscono sulla loro pagina Instragram, forse a voler mascherare con un sillogismo il paragone più calzante con la band di Mike Shinoda.
Similmente a quanto fatto dai From Ashes To New – non a caso ospiti sulla traccia “Xoxo” – anche la formazione finlandese in occasione del suo quinto album (il secondo su Century Media) punta forte sul revival nu metal, miscelato con la sensibilità electro-pop dei Bring Me The Horizon più emotivi (“Die Another Day” cantata insieme a Røry, “One Last Time…Again”), l’arena-core degli ultimi Architects (“Happy Doomsday”) e la cafonaggine techno degli Electric Callboy (“Flatline”).
Amalgamando l’energia ancora un po’ grezza di “Violent Pop” con l’approccio a volte anche fin troppo patinato del penultimo “Lifestyle Of The Sick & Dangerous” – e forti anche dell’esperienza accumulata su palchi sempre più prestigiosi, compresa la data italica in apertura agli Iron Maiden – i sei dimostrano di aver saputo attualizzare al meglio la lezione di Limp Bizkit (“Where’s the Exit”, “Wolves in California”) e Linkin Park (“Phobia”, “Red Tail Lights”) riportando DJ e rapper al centro del villaggio insieme a chitarroni ribassati e bassi slappati: un esempio lampante in questo senso è il singolo di lancio “Deadzone”, perfetta linea di congiunzione tra “One Step Closer” e i Motionless in White, ma in generale il sound di tutto il disco appare sì levigato ma più robusto (rispetto ad esempio a vecchi singoli come “Bad Idea” o “Don’t Fix Me”), quasi a voler sancire il passaggio ad una dimensione più ‘americana’ (se pur depurata del machismo tipico degli anni Novanta).
Per la conquista definitiva del mondo, oltre al supporto di Mignolo col Prof, manca forse il singolo spacca classifiche e la gimmick vincente (quella viceversa trovata tanto dagli Electric Callboy come i nuovi Bloodhound Gang), ma con “Exit Emotions” un altro passo nella giusta direzione è stato fatto, candidando i Blind Channel ad un ruolo sempre più in primo piano nella ‘Nu Wave Of Nu Metal’.