BLIND GUARDIAN – A Night At The Opera

Pubblicato il 13/03/2002 da
voto
8.0
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Tanto, troppo tempo era trascorso dall’ultimo full length album della band, e le aspettative crescevano dopo giorno. In questi anni ci hanno pensato i triestini Rhapsody ad offuscare la stella dimenticata dei Blind Guardian e la quasi contemporanea uscita dei nuovi rispettivi album ha scatenato più di qualche fan del power metal in paragoni infiniti. Indipendentemente da come si sia concluso il match tra queste due band portanti del movimento, resta il fatto che forse i Blind Guardian non si sono presentati all’appuntamento nella migliore delle condizioni. Non si fraintenda, questo “A Night At The Opera” è un’opera magna in tutti i sensi, ma i Blind Guardian non sono brillanti come il solito. A prescindere da una copertina brutta, dopo tanto tempo in cui erano stati fatti ottimi artwork, il combo tedesco è un po’ arruginito, non ruggisce come in passato, non crea un’atmosfera così densa come il precedente “Nightfall In Middle-Earth”. Non che si siano rammolliti, ma non tutte le scelte adottate per questo cd sembrano azzeccate. I cori, forse usati oltremisura e troppo spesso, hanno perso di molto il loro mordente ed è un peccato visto che in passato la band tedesca ci aveva abituati davvero troppo bene. Stavolta sono troppi, abbastanza allegri e mai energici, e alla lunga finiscono per stancare. Alcuni passaggi chitarristici sono sempre di alto livello, mancano forse alcuni assoli memorabili. Lo stile della band è sempre unico e le canzoni non si limitano alle solite e ormai noiose cavalcate così tanto care all’universo power, i brani sono sempre complessi, dinamici, alcuni di questi però sembrano privi di un acuto da favola. Alcuni brani non decollano, in altri invece abbiamo i soliti, grandi Blind Guardian, specie quando si decidono a sfoderare la loro arma migliore, con la quale in pochi possono sfidarli: l’uso delle parti acustiche. Magistrale la conclusiva “Frutto Del Buio”, dall’ispirazione mozzafiato, e poco importa se la pronuncia in italiano non è perfetta: la magia c’è tutta, e va applaudito lo sforzo della band nel cimentarsi con una lingua per loro inusuale, cosa non facile. Un ottimo album, in definitiva, ma cui manca qualcosa. Difficile dire se la band sia ad un punto di svolta e inizi piano piano a ridiscendere la vetta che aveva raggiunto… qui abbiamo qualche avvisaglia, ma non si può certo parlare di battuta d’arresto. Difficile però considerare questo album come la migliore prova della band.

TRACKLIST

  1. Precious Jerusalem
  2. Battlefield
  3. Under the Ice
  4. Sadly Sings Destiny
  5. The Maiden And The Ministrel Knight
  6. Wait For An Answer
  7. The Soulforged
  8. Age Of False Innocence
  9. Punishment Divine
  10. And Then There Was Silence
  11. Frutto Del Buio
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