7.5
- Band: BLIND GUARDIAN
- Durata: 01:01:18
- Disponibile dal: 30/07/2010
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Con più di vent’anni di carriera e con otto album all’attivo i Blind Guardian sono oggi una delle classic-power metal band più seguite ed apprezzate al mondo. Un successo più che meritato e raggiunto un po’ alla volta con dischi eccezionali quali “Tales From The Twilight World”, “Somewhere Far Beyond”, “Imaginations From The Other Side” e “Nightfall In Middle Earth”, album a cui oggi comunemente si riconduce il tipico Blind Guardian sound. Le ultime due uscite, “A Night At The Opera” e “A Twist In The Myth” avevano invece diviso i fan della band, in quanto spostavano le coordinate stilistiche del gruppo su scelte più sperimentali, indice per altro di una apprezzabile voglia di evoluzione. Non arrivarono a toccare i livelli di eccellenza delle precedenti pubblicazioni ma quei due album erano ad ogni modo specchio di una band coraggiosa e contenevano comunque diversi ottimi brani. Eccoci dunque al presente, con i mastermind Hansi Kursch e Andrè Olbrich attesi al varco con pubblicazione del nuovissimo “At The Edge Of Time”. La primissima impressione che questo lavoro lascia, è quella di una sorta di riassunto di tutta la carriera della band tedesca. Sull’album, già da noi dettagliatamente descritto traccia per traccia, troviamo infatti di tutto: dal brano vecchio stile a quello sperimentale, fino al lento e al pezzo sinfonico. Anche dal punto di vista qualitativo ci troviamo di fronte ad un disco piuttosto disomogeneo e la cosa curiosa è che i due aspetti spesso sembrano andare di pari passo. Laddove i Blind mettono sul tavolo carte nuove come nel caso di “Sacred Worlds” e “Wheel Of Time” il risultato è decisamente esaltante. Le due tracce sono infatti le più epiche, complesse, pompose e varie del disco, realizzate col supporto dell’orchestra di Praga e relativo coro, e valorizzate da suoni ottimamente curati dal produttore Charlie Bauerfeind. Una moltitudine di arrangiamenti e influenze che pescano in certi casi anche dal periodo “Nightfall” e “Imaginations”, perfettamente amalgamati in un sound ricco che lascia molto ben sperare per la futura pubblicazione del progetto orchestrale a cui la band lavora ormai da anni. Troviamo poi quegli episodi dove il gruppo rivisita i suoi anni d’oro, tornando finalmente alla carica con brani tirati e aggressivi. Anche in questo caso la qualità è ottima e ben rappresentata da brani adrenalinici, diretti, aggressivi e coinvolgenti come “Ride Into Obsession” e il singolo “A Voice In The Dark”, pezzi power-speed metal che non faranno fatica ad entrare nel cuore dei fan di vecchia data. Anche i due lenti dal taglio medievaleggiante presenti in tracklist, “Curse My Name” e “War Of Thrones”, grazie a melodie catchy e linee vocali immediate, riescono a convincere pienamente pur non impressionando quanto le vecchie “The Bard Song” o “A Past And Future Secret”. Appena sufficiente invece “Tanelorn (Into The Void)”, altro brano parecchio tirato e dallo stile piuttosto retrospettivo ma non esaltante come ritornello, mentre decisamente migliore la semi-sperimentale “Road Of No Release”, una sorta di ponte tra i Blind Guardian pre e post-”Nightfall”. Le uniche note negative arrivano invece laddove i quattro bardi si addentrano in intricati territori sperimentali già esplorati nel loro recente passato. Parliamo di “Valkyries” e “Control The Divine”, brani dal taglio quasi progressive, con strutture poco accessibili e ritornelli del tutto privi di presa. Sebbene non sia facile captarne tutte le sfaccettature, i due episodi faticano a crescere e convincere anche dopo più ascolti. “At The Edge Of Time” è dunque complessivamente un buon album la cui valutazione finale non può però prescindere dai succitati capolavori degli anni novanta, nei quali è un’impresa trovare anche solo un pezzo debole. Un disco che ad ogni modo piacerà ai fan tradizionalisti più dei due precedenti e che, grazie a diversi episodi di alto livello, è in grado di mettere ancora una volta in evidenza l’ispirata vena creativa dei suoi compositori.