7.5
- Band: BLIND GUARDIAN
- Durata: 02:38:57
- Disponibile dal: 07/07/2017
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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In generale i live album sono opere che tendono a dividere il pubblico: c’è chi li adora (e il sottoscritto appartiene a questa categoria), perché riescono a catturare una parte delle sensazioni vissute durante un concerto; e c’è invece chi li ritiene un orpello accessorio rispetto al più importante album in studio. Da un punto di vista artistico, questa dicotomia si è spesso mostrata anche tra gli autori stessi: alcuni live sono diventati dei punti di riferimento, scrivendo pagine di storia; molti altri hanno solo permesso a una band di chiudere un contratto prima di cambiare casa discografica. Gli album dal vivo più interessanti, a parere di chi scrive, sono quelli dove gli artisti si permettono di giocare con gli arrangiamenti, cambiando abito alle canzoni, trasformando ed adattando il vestito su di esse, talvolta aggiungendo, spesso invece sottraendo. I Blind Guardian sono una realtà molto interessante da questo punto di vista, perché in studio ormai sono diventati una formazione molto ricercata, che utilizza parti orchestrali magniloquenti, strati su strati di strumenti, sovraincisioni ed armonie vocali, cesellate da musicisti perfezionisti e maniaci del dettaglio. Dal vivo, ovviamente, tutto questo non può essere riprodotto nello stesso modo, pertanto la band si trova costretta ad asciugare il proprio sound, adattando le strutture complesse fino a farle funzionare con soli sei musicisti. “Live Beyond The Spheres” è il nuovo capitolo registrato dal vivo dopo l’album del 2003 intitolato semplicemente “Live” e vede all’opera la nuova sezione ritmica composta da Frederik Ehmke (batteria) e Barend Courbois (basso), che non fa di certo una brutta figura, sebbene il tocco di Thomen Stauch continui a mancarci. Ineccepibile l’accoppiata dei chitarristi André Olbrich e Marcus Siepen e la performance di Hansi Kürsch non è da meno, con il cantante che evita di strafare raggiungendo note poco consone al suo registro e dosando al meglio la voce. Certo, l’intero album è frutto di un lavoro certosino di scelta delle migliori esibizioni tratte dal tour del 2015 di supporto a “Beyond The Red Mirror” (Italia compresa), ma quello che conta è il risultato finale. La resa delle canzoni è molto buona, con una particolare enfasi nei passaggi più diretti o in quelli dove il trasporto del pubblico è maggiore, mentre risultano un po’ penalizzati gli episodi più complessi estratti dagli ultimi due lavori che, per loro natura, funzionano meglio nella loro versione in studio. La lunghissima scaletta scelta dai Blind Guardian è perfettamente bilanciata tra passato e presente, alternando classici, composizioni nuove e qualche chicca poco suonata. Che dire, dunque, di questa nuova pubblicazione? Si tratta di un acquisto immancabile e fondamentale? No, questo non possiamo dirlo e, in tutta onestà, siamo consapevoli di avere a che fare con un lavoro che serve anche ad ingannare l’attesa del tanto sospirato album orchestrale di cui si parla ormai da anni. Ciononostante, di fronte ad una raccolta di brani che unisce quantità e qualità in egual misura non si può davvero rimanere delusi.