9.5
- Band: BLIND GUARDIAN
- Durata: 00:55:36
- Disponibile dal: 01/09/1992
- Etichetta:
- Virgin
Spotify:
Apple Music:
“Somewhere Far Beyond” da molti, come pure dal sottoscritto, è considerato il capolavoro dei Blind Guardian, un capolavoro che riesce a svettare su altri album comunque di livello incredibilmente alto. Il ‘Blind Guardian style’ qui viene perfezionato e sublimato, le parti acustiche della band diventano indimenticabili e alcune canzoni meritano di essere inserite nell’album dei the best del metal. L’album si apre con un breve arpeggio mozzafiato seguito e squartato da una ritmica devastante cui segue un assolo fantastico che ha la forza di far aprire gli occhi su un panorama sconfinato di emozioni. Le copertine degli album dei Blind Guardian sono sempre una finestra sul contenuto del cd e anche il titolo lo è: “Somewhere Far Beyond” è veramente un viaggio in un mondo remoto, fantastico in cui regna la magia, è vero, ma sempre si tratta di un mondo che potrebbe essere il nostro in una remota età, per questo un libro come “Il Signore Degli Anelli”, al quale i nostri si ispirano per l’ennesima volta, può ben fare da riferimento alla musica della band tedesca. “Time What Is Time” finisce con un bellissimo coro epico e subito arriva un altro must della band: “Journey Through The Dark”, capitolo potente e devastante dal tocco geniale. Gli incalliti giocatori di D&D troveranno la giusta ispirazione per le loro avventure ascoltando le ballad metal dei Blind Guardian, che si avvalgono di parecchi guest per i cori, le parti di pianoforte, quelle delle cornamuse; c’è anche il solito Kai Hansen che presenzia con la sua chitarra in “The Quest For Tanelorn”, uno dei brani più ‘fantasy’ mai composti dalla band. Il buon Kai era anche presente, in qualità di cantante, anche sull’album precedente: una presenza che aggiunge un bel tocco ad un gruppo che però non è più schiavo della dipendenza da primi Helloween (a parte ancora qualche assolo), ma ormai autonomo e anzi traino per un grande numero di nuove band. Tra i gioielli – tanti – da ricordare non può non essere menzionata la titletrack che sublima nel finale l’album, ma forse il culmine si raggiunge con la doppia parte di “The Bard’s Song”, la prima acustica e la seconda metal. Chi di voi, conoscendo e amando la band, non ha cantato all’infinito questo brano memorabile assieme a Hansi e soci? Magari proprio grazie a questo brano, metà acustico e metà no, molti di voi si sono avvicinati per la prima volta alla band. Ascoltatelo centinaia di volte e vedrete che avrete ancora voglia di risentirlo… Uno dei migliori album mai usciti.