7.0
- Band: BLIND HORIZON
- Durata: 00:53:19
- Disponibile dal: 04/09/2010
- Etichetta: Spider Rock Promotion
- Distributore:
Debuttano per Spider Rock Promotion, con questo “The Parallax Theory”, i progressive-deathsters romani Blind Horizon, già autori nel 2006 dell’EP “The Shadowman”. Risulta molto piacevole la loro proposta musicale, ben supportata da una produzione pulita e funzionale senza essere iper-pompata e stereotipata ai canoni spacchiamo tutto ma suoniamo la solita roba d’oggigiorno. Il quintetto della capitale nasce come band death metal, ma presto ingloba influenze prog nel proprio stile, concedendosi anche leggere puntatine in ambiti hard-rock che, per ora, non stonano nelle strutture bi-direzionali (sezioni acustiche / parti death metal) dei Blind Horizon. I brani sono ovviamente di lunga-media durata, ma hanno il pregio di non stancare l’ascoltatore e di essere costruiti utilizzando delle forme-canzone comunque riconoscibili e non completamente estemporanee. I nomi che influenzano questa interessante formazione sono più o meno i soliti che vengono in mente quando ci si approccia ad un combo che suona death metal progressivo. Davvero spettacolari alcune trovate acustiche, con passaggi molto sentiti e ritmicamente coinvolgenti, quasi sempre punteggiati dal superbo lavoro del basso di Fede, spesso utilizzato in chiave solista e/o portante; il riffing di Luca e Ambra si alterna tra tecnicismi mai troppo elaborati, assalti thrasheggianti e arrangiamenti melodici che culminano in assoli sempre degni di nota. Forse, se dobbiamo trovare un punto debole nei Blind Horizon, lo si può ravvisare nella prestazione vocale di Alex, ottimo nel growl ma troppo sgraziato in certi frangenti in cui è lo screaming a farla da padrone. I ragazzi però hanno gran gusto compositivo e una bella dose di classe, quindi i fan del progressive-death devono concedere loro una chance. Più atmosfera nelle canzoni ed una maggior cura degli arrangiamenti, in futuro potranno aiutare questa formazione a progredire ancora, perché le potenzialità ci sono davvero tutte. Bel disco!