7.5
- Band: BLINK-182
- Durata: 00:42:36
- Disponibile dal: 07/01/2016
- Etichetta:
- BMG
- Distributore: Universal
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All the old things. Parafrasando una delle loro hit più famose, potremmo così introdurre “California”, nuovo album dei Blink-182 capace di riportarci indietro di 15 anni (ai tempi di “TOYPAJ”), spazzando via in un solo colpo la svolta melanconica dell’epitaffio omonimo e il non imperdibile comeback di cinque anni fa. Abbandonato di nuovo il ritardatario Tom De Longe al suo destino, Mark e Travis hanno trovato con il poliedrico Matt Skiba (già leader degli Alkaline Trio, nonché di svariati progetti paralleli) il miglior sostituto possibile, portando una ventata di freschezza senza necessariamente diventare gli Alcaline-182. Liquidato l’ex-compagno nei 2′ scarsi di “Cynical” (partenza lanciata grazie dall’inconfondile drumming di Travis e alla riuscita alternanza tra le due voci), il power trio californiano ci riporta come detto a cavallo del millennio con pezzi come “Bored To Death”, “She’s Out Of Her Mind”, “Teenage Satellites” e “The Only Thing That Matters” (quest’ultima un po’ tropppo simile a “Reckless Abandon”, per la verità). In bilico tra vecchio e nuovo troviamo poi brani come “Sober”, San Diego” (non a caso scritte insieme a Patrick Stump dei Fall Out Boy) e “King Of The Weekend”, mentre i ‘nuovi’ Blink – ormai in un età per cui i figli sono più credibili protagonisti delle geste narrate un tempo dai padri – emergono soprattutto in canzoni più riflessive come “Los Angeles”, “No Future” e la title-track. A completare il tutto, un paio di joke-track – “Built This Pool” e “Bohemian Rhapsody”, simile solo nel titolo al capolavoro dei Queen – e la ballad “Home Is Such A Lonely Place”, unico tassello meno ispirato di una tracklist per il resto impeccabile, levigata a dovere dal quarto membro John Feldmann (subentrato allo storico producer Jerry Finn, scomparso qualche tempo fa). In un 2016 all’insegna del pop-punk revival (Good Charlotte, Sum 41, Simple Plan, Starting Line…), il ritorno dei Blink-182 si candida da subito al ruolo di sorpresa dell’anno, a maggior ragione arrivando da una band che sembrava ormai destinata al pensionamento anticipato.