6.5
- Band: BLISS OF FLESH
- Durata: 00:39:22
- Disponibile dal: 20/02/2009
- Etichetta:
- Twilight Vertrieb
- Distributore: Masterpiece
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A ben dieci anni dalla formazione, i francesi Bliss Of Flesh arrivano al traguardo del primo lavoro sulla lunga distanza. Nove brani nei quali, su una matrice death-black vicina a certi standard polacchi (Behemoth?), vengono via via inseriti elementi provenienti da diverse suggestioni, offrendo nel corso del disco una certa varietà di panorami e umori sonori. Un’alternanza di sapori frutto di un impianto strumentale spesso più orientato al death che al black, con qualche vago accento progressive e un’interpretazione vocale invece palesemente ispirata a quella del buon Nergal. Il principale pregio del disco finisce così per essere questo variare da un brano all’altro (e anche al loro interno) e l’emergere di varie impressioni: tra death-black alla Behemoth, puntate in territori prettamente morbidangeliani e spolverate di black metal scandinavo in stile Naglfar. Il tutto incorniciato da una propensione al groove abbastanza sensibile, esaltata ulteriormente da una produzione massiccia e ben definita. Se per un verso quindi “Emaciated God” offre materiale tutto sommato gradevole, sostenuto dalle indubbie capacità tecniche del gruppo, sul fronte opposto si fa strada nel corso dell’ascolto l’impressione che i Bliss Of Flesh abbiano voluto concentrarsi solo su una presunta “bella forma”, tenendosi in certi frangenti un po’ troppo prevedibili, laddove sarebbe stato probabilmente più interessante una maggiore voglia di osare. Inoltre, in alcuni episodi meno riusciti i suddetti cambi di registro sembrano proprio dettati da qualche indecisione sulla strada da prendere, piuttosto che dall’effettivo desiderio di cambiare le carte in tavola. Alla fine, le buone doti e idee di base si scontrano dunque con qualche incertezza tipica dell’esordio e un pizzico di ingenuità. “Apokalyptic Fields”, comunque, resta una canzone notevolissima, che i fan del genere non dovrebbero lascciarsi sfuggire; per il resto, focalizzando meglio le proprie scelte e con un po’ di coraggio in più, la formazione transalpina non potrà che crescere ulteriormente.