7.0
- Band: BLITZKRIEG
- Durata: 00:53:54
- Disponibile dal: 27/04/2018
- Etichetta:
- Mighty Music
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music:
La cosiddetta ‘new wave of british heavy metal’ è stata ed è tutt’ora uno dei fenomeni più emblematici e rappresentativi di tutto ciò che oggi risulta anche solo accostabile a quella che è la nostra musica preferita e, tra le numerose band talentuose e più o meno di successo che ne sono state parte, ce n’è una che molti hanno imparato a conoscere per un motivo tanto scontato quanto fortuito: nel lontano 1983 i Metallica, divenuti in seguito la metal band più famosa al mondo, in occasione dell’uscita di “Kill’em All”, pensarono bene di fare una cover del brano intitolato appunto “Blitzkrieg”, stimolando in questo modo la curiosità di molteplici ascoltatori che mai erano entrati precedentemente in contatto con la omonima band britannica, evidentemente molto apprezzata da James Hetfield e soci al pari di molti loro colleghi. Ovviamente non mancano ancora oggi i superficiali che ignorano la vera provenienza di quel brano, ma non è di certo a loro che vogliamo rivolgerci ora che ci accingiamo a parlare del nono album in studio marchiato Blitzkrieg e composto dal vocalist Brian Ross, ultimo componente originale rimasto nonché membro attivo anche dei connazionali Satan. Anche qui molti estimatori potrebbero storcere il naso al pensiero di ascoltare una formazione completamente rinnovata di recente al di fuori del sopracitato vocalist, ma noi non siamo qui per fare una riflessione sul diritto di una band di detenere il proprio nome, anzi preferiamo concentrarci sulla qualità del prodotto e, possiamo dirlo, da quel punto di vista il buon Brian ha fatto centro ancora una volta. Dopo il lugubre intro “Heretic” l’istinto predominante diventa immediatamente quello di sciogliersi i capelli e iniziare a scuotere la testa accompagnando le ritmiche e i riff ispiratissimi della opener “Who Is Blind”, una traccia iniziale assolutamente azzeccata e adatta al compito, anche se si nota una leggera povertà dal punto di vista solistico da parte delle chitarre. Con la successiva “Forever Is A Long Time” il livello qualitativo si alza ulteriormente, calando poi lievemente con le comunque gradevoli “Reign of Fire” e “All Hell Is Breaking Loose” per poi risollevarsi repentinamente con l’epica accoppiata di “Angels Or Demons” e “Loud And Proud” la quale, come si può intuire dal testo colmo di citazioni, in parte funge da vero e proprio omaggio a tutto il genere heavy metal. “Without You”, pur non essendo una ballad effettiva, svolge un po’ il ruolo di lento dell’album, prima di tornare a scapocciare su “Wide Leggend And Headless” e a sbadigliare leggermente sulla lunga, cadenzata e un po’ prolissa “Falling Into Darkness”, che lascia infine il posto alla rocciosa ed evocativa conclusione con “Judge Not Lest You Yourself Be Judged” (titolino facilmente memorizzabile). Tirando le somme si tratta di un album heavy metal ben scritto e, seppur con alcuni alti e bassi, davvero esaltante in molteplici punti; il difetto principale e, per chi vi scrive, abbastanza penalizzante è l’assenza di una componente solista degna di questo nome: gli assoli sono davvero troppo poveri ed eseguiti in maniera superficiale e un po’ approssimativa, il che è determinante per il mezzo voto in meno assegnato a questo “Judge Not!” (ironico che il titolo ci intimi di non giudicare) tanto quanto la presenza di un paio di pezzi forse un po’ noiosi. Tuttavia, si tratta di un lavoro che ogni buon metallaro old-school non può non apprezzare almeno in parte, e non possiamo che essere entusiasti di poter sostenere che il buon vecchio metal inglese ha ancora delle cartucce da sparare, anche al di fuori dei grandi nomi.