6.5
- Band: BLIZZARD
- Durata: 00:33:10
- Disponibile dal: //2007
Sinceramente chi scrive aveva perso le tracce dei Blizzard almeno una dozzina di anni fa, quando in attesa di un concerto dei Blind Guardian la band tentava di piazzare il loro primo demo “Through The Times”, uscito in musicassetta come si usava ai tempi. Quindi, quando è arrivato questo “The Fortress” da recensire, lo stupore di vedere che la band è ancora in attività dopo tanti anni è stato sincero. In realtà questo primo album ufficiale è una sorta di best of dei bergamaschi, in quanto contiene brani che vanno dal 1989 al 1997. Non è dato sapere cosa abbiano fatto i ragazzi negli ultimi dieci anni. L’album nel complesso è piuttosto buono, le tracce sono uscite negli anni di massimo fulgore del power, prima dell’esplosione di massa avvenuta dapprima nel 1995, anno di uscita di “Land Of The Free” dei Gamma Ray e di “Imaginations From The Other Side” dei Blind Guardian e poi, definitivamente, nel 1997 con “Visions” degli Stratovarius. Prima di quest’ultimo album il power metal era profondamente diverso e maggiormente creativo, come dimostrano in parte anche le tracce contenute in questo lavoro dei Blizzard. I nostri infatti si rifanno a Gamma Ray, Blind Guardian (pre 1995) e agli immancabili Iron Maiden, ai quali aggiungono influenze meno evidenti e note e maggiormente legate a sonorità d’oltreoceano, come Sword e Warrior. Veri e propri capolavori qui dentro non ce ne sono, però tracce quali “Blizzard” e “The Dark Side Of Progress” sono estremamente godibili: la prima viaggia su territori power spruzzati di epico, mentre la seconda è più veloce e violenta ed innesta forti componenti thrash su una base ritmica molto solida. La voce di Mario Lanfranchi è grezza come carta vetrata e rimanda al Kai Hansen degli esordi, mentre le chitarre elargiscono assoli mai troppo autoreferenziali e per questo maggiormente apprezzabili. Tra le pecche dell’album il fatto che vi siano ben quattro brani strumentali in poco più di mezz’ora di musica: un po’ troppo decisamente. Concludendo, questo è un lavoro che appassionerà solo i power maniac di vecchia data ma che potrebbe interessare anche le nuove leve e servire da testimonianza diretta a coloro i quali non hanno vissuto quegli anni.