7.5
- Band: BLODSRIT
- Durata: 00:42:34
- Disponibile dal: 01/06/2003
- Etichetta:
- Oaken Shield
- Distributore: Masterpiece
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Blodsrit, ovvero come rimangiarsi il primo giudizio a caldo. Già, “Ocularis Infernum” degli svedesi Blodsrit è uno di quegli album che, se non gli viene offerta una seconda possibilità, rischiano dopo un primo sommario ascolto di finire nell’ombra e nel dimenticatoio. Per quelli che si fidano soltanto della primissima impressione allora questo cd è da sconsigliare: un album che suona come copia di Dissection e tante altre band (anche quelle di scuola norvegese), un continuo ‘risentire’ di brani riemersi dal passato, una sensazione quasi di fastidio per un gruppo che sembra non aver nulla da dire. Dal secondo ascolto in poi le sensazioni cambiano, e di parecchio. Ci si inizia ad accorgere di una produzione limpida, ma che scarna non è. Tutto si sente perfettamente ma nulla di diabolico, di infernale e di atmosferico va perduto; la batteria è chiara e picchia a dovere, le chitarre sono un muro sonoro messo in sottofondo ma non per questo ininfluente, e la voce è ben in evidenza… poi ci si accorge che il supervisore del mixaggio è Mr. Dan Swano e, come dire, i conti iniziano a tornare. Ci si accorge anche subito che l’opener e titletrack presenta un main riff molto coinvolgente, devastante con la doppia cassa a tutta velocità e le chitarre che inneggiano al headbanging! Come se non bastasse il quartetto svedese propone uno stacco in pieno stile black metal, da insegnare ai posteri. Belle, molto belle tutte le canzoni, piene zeppe di riff dalla qualità veramente elevata. Certo, una canzone come “Infernal Reign” continua a suonare troppo simile ad un capolavoro dei Dissection, ma a parte queste ‘influenze’ abbastanza marchiate, i Blodsrit si confermano un buon gruppo, che non ha la pretesa di inventare nulla, anzi si guarda bene dal farlo perché la prerogativa è quella di essere fedeli alla linea black metal in tutto e per tutto. L’atmosfera che si respira è infenale, la musica non è sempre assassina e votata al signore degli inferi perché il songwriting si mantiene spesso su linee abbastanza melodiche ed orecchiabili, senza togliere nulla alla cattiveria dei brani. Alla fine bisogna proprio ammettere che il primo giudizio in questo caso può essere ingannevole e distrarre dalla consapevolezza di avere tra le mani un bel cd black metal confezionato a dovere!