8.0
- Band: BLOOD CEREMONY
- Durata: 00:47:58
- Disponibile dal: 17/11/2008
- Etichetta:
- Rise Above Records
- Distributore: Audioglobe
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E’ interessante scoprire una band come i Blood Ceremony che, anziché tentare di proporre qualcosa di innovativo, cercano di rielaborare in chiave propria il VERO hard rock nato negli anni settanta. La band, che prende il nome da un omonimo horror movie spagnolo, fa centro già dalla prima uscita discografica: è indubbia l’abilità del gruppo nel saper trasportare i propri ascoltatori indietro nel tempo per rivivere i fasti di quarant’anni fa. Immaginate un incrocio tra i Jethro Tull, Pentagram e Black Sabbath, e vi sarete fatti una buona idea della proposta musicale del gruppo: chitarre lente e trascinate, hammond di sottofondo, la stupenda voce di Alia O’Brien’s a completare il quadro sonoro. La singer si impone da subito come la vera protagonista del disco, affascinando l’ascoltatore con la propria voce e trascinandolo nel sabba più nero (date un’occhiata ai titoli delle canzoni per farvi un’idea sui contenuti dei testi). Ovviamente il confronto con i Jethro Tull non è casuale e già dalla seconda traccia, “I’m Coming With You”, ecco che fa la sua comparsa il flauto che si affianca degnamente alla chitarra di Sean Kennedy tessendo melodie dal sapore orientale. Menzione d’onore anche alla prova di Andrew Haust dietro le pelli, che non si perde dietro tecnicismi o inadatti (per la proposta) pezzi di doppio pedale: insieme a Chris Landon al basso i due regalano dinamicità e fantasia al sound senza scadere nel banale o nell’autocelebrativo. Ogni traccia riesce a colpire nel segno e per gli amanti di questo sound il quartetto canadese è una vera manna scesa dal cielo in questi tempi in cui si fa a gara ad avere una produzione moderna snaturando il più delle volte il feeling della musica. Da segnalare tra le tracce più riuscite la suadente “Master Of Confusion”, la sabbathiana “Children Of The Future” e la conclusiva “Hymn to Pan”, in cui è ovviamente il flauto a farla da padrone. I Blood Ceremony, pur essendo dei newcomer, non ci metteranno molto a fare breccia nei cuori degli ascoltatori legati a certe sonorità che (purtroppo) stanno andando perse. Correte a procurarveli, siamo certi che non ne rimarrete delusi.