BLOOD CEREMONY – The Old Ways Remains

Pubblicato il 02/05/2023 da
voto
8.5
  • Band: BLOOD CEREMONY
  • Durata: 00:48:00
  • Disponibile dal: 05/05/2023
  • Etichetta:
  • Rise Above Records

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I Blood Ceremony sono senza dubbio tra i migliori gruppi di quel cosiddetto filone ‘occult doom psichedelico’ che ha iniziato a farsi strada a partire dal 2004 circa, regalando dischi meravigliosi targati Witchcraft, The Devil’s Blood, Sabbath Assembly, Jex Thoth e Uncle Acid & The Deadbeats… per poi esplodere e popolarsi di una miriade di gruppi clone, più qualche ‘meteora’ interessante (Mount Salem, Purple Hill Witch).
In questo panorama inflazionato, la band di Sean Kennedy e Alia O’Brien ha sempre saputo distinguersi per qualità e profondità di scrittura, incidendo dischi di livello altissimo e dando l’anima sul palco, ragion per cui le aspettative nei confronti di questo “The Old Ways Remains” erano davvero alte. Ma andiamo con ordine: l’elegante “Lolly Willows”, brano già pubblicato nel 2019 in formato sette pollici, e qui incluso, è il ponte stilistico ideale tra il precedente “Lord Of Misrule” e l’album in uscita a giorni, che continua il percorso di ‘alleggerimento’ iniziato immediatamente dopo l’album-capolavoro “The Eldritch Dark”. È uno spogliarsi dei riff più pesanti e delle atmosfere più cupe, quelle maggiormente afferenti al doom metal propriamente detto. Ci manca questa irruenza? Forse un pochino, però – e qui è la grande magia dei musicisti canadesi – il risultato finale è maledettamente accattivante e onestamente adorabile.
I Blood Ceremony sembrano trovare se stessi, riuscendo a reinventarsi, guardando sempre più indietro e aprendosi a sonorità – e a un’estetica – che guarda agli anni ‘70 (e fine ‘60) meno ‘ovvi’ e all’apparenza più lontani dalla musica cosiddetta del diavolo. Non solo gli ovvi Black Sabbath, Coven e Jethro Tull quindi, il nuovo album – similmente al suo predecessore – profuma dei Beatles più acidi, dell’hard rock psichedelico degli Shocking Blue e di quello venato di folk degli High Tide, odora del lato ‘sbagliato’ della cultura flower power, quello degenerato della Family di Charlie Manson, e dell’Inghilterra pagana dell’implacabile Lord Summerisle/Christopher Lee (omaggiato dalla band con il brano omonimo sul già menzionato “The Eldritch Dark”).
E così ci muoviamo – letteralmente, nel senso che è difficile star fermi – tra l’heavy rock trascinante di “The Hellfire Club”, il refrain perfetto di “Ipsissimus” e il dolce veleno di “Powers Of Darkness”. Impossibile non citare “The Bonfires At Belloc Coombe” con uno struggente violino elettrico a fare da contraltare al flauto indiavolato di Alia, che in questo brano sembra addirittura sdoppiarsi, o l’incedere sinistro ed inquietante di “Widdershins”. E se “Hecate” sembra uscita dagli anni ‘60, nella bellissima “Mossy Wood” tornano il violino elettrico e il folk di matrice celtica. In chiusura il pezzo più stralunato del disco, tra folk rock e psichedelia pura, voce filtrata e un ritornello che sembra cantato da una dimensione parallela, “Song Of The Morrow”.
In conclusione un gran bel disco, orecchiabile ma niente affatto semplice, un caleidoscopio di colori e sensazioni che, pur richiedendo più ascolti per essere apprezzato appieno, scivola nel cervello apparentemente senza sforzo, rivelando nuovi dettagli di sé ogni volta che si preme ‘play’. Titolo perfetto: la tradizione che i Blood Ceremony portano avanti, in modo irresistibile, è antica e destinata a continuare, a dimostrazione che non sono un’overdose di pentacoli, caproni e pantaloni a zampa di elefante a fare l’occult rock. Livelli di scrittura altissimi, produzione perfetta e la grandiosa prestazione di Alia alla voce, sirena suadente o valchiria graffiante a seconda della situazione: consigliatissimo.

TRACKLIST

  1. The Hellfire Club
  2. Ipsissimus
  3. Eugenie
  4. Lolly Willows
  5. Powers Of Darkness
  6. The Bonfires At Belloc Coombe
  7. Widdershins
  8. Hecate
  9. Mossy Wood
  10. Song Of The Morrow
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