6.5
- Band: BLOOD
- Durata: 00:39:20
- Disponibile dal: 17/03/2003
- Etichetta:
- Morbid Records
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I Blood non sono di certo gli ultimi arrivati. Il quartetto tedesco, infatti, vanta anni e anni di carriera che li ha visti protagonisti della scena grind tedesca e non solo. I Blood possono benissimo definirsi come una cult band, una di quelle osannate da tutti, ma amate realmente da pochi. Il gruppo tedesco infatti non è mai uscito alla ribalta pur essendo per molti aspetti un pioniere delle sonorità brutali. Non si tratta di un gruppo incompreso (o forse sì?), piuttosto i Blood si son visti superare in tutti questi anni da moltissime band che non necessariamente partorivano musica migliore o più estrema. I Blood non sono nemmeno il gruppo più sensazionale che si possa trovare in giro, ma da qui ad essere snobbati ce ne passa. Arroccati a sonorità e ad uno stile compositivo peculiare degli anni ’80-inizi decennio successivo, la registrazione di questo loro lavoro è ben bilanciata anche se il gusto per il suono grezzo e pompato sembra imprescindibile per i Blood, anche nel 2003. Il grind proposto in questo “Dysangelium” non è sempre tiratissimo alla morte; se è lecito fare un paragone, la band è più vicina (ma poi nemmeno tanto) ai Napalm Death di “Harmony Corruption” che all’esordio della band albionica. Tra una canzone e l’altra troverete brevi intermezzi ripescati probabilmente da qualche spezzone di film (e di quale genere di film si tratti potete immaginarlo). Calcolando questi intermezzi, le ben ventun canzoni presenti nell’album, e tenendo conto che il cd dura quaranta minuti scarsi, non sarà difficile stilare la durata media delle canzoni qui presenti. Particolare, per il genere, è l’inizio con “Blood Pulsation”, in cui una voce femminile compie dei vocalizzi inquietanti che si ergono su una base marciante, lenta ed ossessiva. Dopo questo primo, inedito capitolo, inizia il massacro vero e proprio. A metà album e verso la fine, sopratutto con la ripetitiva titletrack, i Blood si placano leggermente, pensando più alla pesantezza che alla brutalità. Quasi sempre è presente la doppia voce, sovrapposta come vuole la tradizione; le linee di chitarra non hanno nulla di eccezionale, ma creano pur sempre efficaci passaggi. La band suona in modo diretto, nudo e crudo senza fronzoli o tecnicismi. Forse tanta semplicità è mal digerita oggigiorno, e forse questa mentalità degli ascoltatori in genere condannerà i Blood a rimanere una cult band soltanto vociferata. Pur sembrando anacronistici e dimostrando di non avere la bacchetta magica, i Blood meritano almeno la vostra curiosità. Vi chiederete, qualche volta, da dove nasca un filone musicale in un determinato paese, anche se non è il vostro?