BLOOD INCANTATION – Absolute Elsewhere

Pubblicato il 01/10/2024 da
voto
8.0
  • Band: BLOOD INCANTATION
  • Durata: 00:43:43
  • Disponibile dal: 04/10/2024
  • Etichetta:
  • Century Media Records

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I Blood Incantation sono da tempo un gruppo particolarmente ambizioso, disposto a spingersi oltre i confini del proprio genere di partenza per esplorare altre sonorità care ai suoi membri, alla ricerca di un suono il più possibile personale o comunque lontano da canovacci triti.
Il grande successo di “Hidden History Of The Human Race” avrebbe tranquillamente potuto aprire a una serie di lavori sulla stessa scia, ma gli statunitensi hanno invece preferito spiazzare tutti con un esperimento totalizzante come la parentesi ambient “Timewave Zero”, attirando su di sé non poche critiche e finendo sulla cosiddetta ‘lista nera’ degli ascoltatori più oltranzisti.
Dopo un paio d’anni di attesa, durante il quale i ragazzi hanno trovato anche il modo di portare avanti la carriera di altre band come Spectral Voice e Wayfarer, arriva ora l’importante appuntamento con il terzo full-length: un lavoro registrato nei famosissimi Hansa Studios di Berlino (Depeche Mode, U2, Killing Joke), con il quale il quartetto prova a confermare ancora una volta il proprio carattere mutevole e la sua capacità di addentrarsi in nuove correnti musicali, pur mantenendo una propria coerenza di fondo.
A differenza del succitato “Timewave Zero”, in cui la componente metal era completamente assente, questo nuovo lavoro riporta la band sulle coordinate con cui si era affermata in principio, ma lo fa con un indirizzo e una visione rinnovati.
La struttura è appunto ambiziosa: due brani di circa venti minuti ciascuno che fondono il classico death metal novantiano caro al gruppo con esplorazioni ambient, prog rock (Camel, Genesis) e psichedeliche, dando vita a una sintesi avvincente tra passato e presente.
Si può insomma dire che con “Absolute Elsewhere” gli statunitensi vadano a recuperare un po’ del vigore del loro sound originario, pur senza rinunciare alle trovate atmosferiche che hanno caratterizzato il suddetto chiacchieratissimo esperimento del 2022, e allo stesso modo non è un caso che l’opera prenda il testimone dal recente EP “Luminescent Bridge”, che aveva accennato a questa nuova via per il quartetto.
Nel disco, l’anima esploratrice è certo presente e coesa – ulteriormente sottolineata in qualche passaggio dalla comparsa delle voci pulite – ma le fondamenta delle composizioni rimangono radicate nel metal, con tutti gli elementi tipici dei Blood Incantation: riff taglienti, palesi richiami ai Morbid Angel, sezioni tecnicamente impegnative e una struttura complessa ma al contempo fluida e armonica.
Tutto sommato, pure in questa circostanza non si può dire che gli statunitensi inventino qualcosa di completamente nuovo: più che spericolati innovatori in chiave progressive, i ragazzi sono dei fini e intelligenti assemblatori, sempre abili nel fondere varie influenze e partiture – le cui vere origini stanno chiaramente altrove – in composizioni ispirate, che di rado affaticano l’orecchio. Non a caso, anche questa volta il gruppo dimostra una grande capacità nel gestire brani di lunga durata, evitando ripetizioni scontate o passaggi forzati.
Le tracce scorrono con una certa naturalezza, confermando quell’abilità nel songwriting che già aveva brillato in un episodio monumentale come “Awakening from the Dream of Existence to the Multidimensional Nature of Our Reality (Mirror of the Soul)” su “Hidden History of the Human Race”. Anche in “Absolute Elsewhere” si avverte quella stessa fluidità, ma con un tocco in più di melodia – vedi l’orecchiabilissimo incipit di “The Message” – e di ricercatezza atmosferica, segno che la band sta integrando con successo le nuove direzioni sonore esplorate in tempi recenti.
Uno degli aspetti più affascinanti del disco è difatti il contributo degli ospiti, che arricchiscono il tessuto sonoro con interventi sapientemente dosati. Thorsten Quaeschning dei Tangerine Dream e Nicklas Malmqvist degli Hällas, con i loro synth e mellotron, aggiungono profondità alle arie più sognanti, accentuando le transizioni tra le sezioni aggressive e quelle più eteree e contribuendo a rendere lo sviluppo delle canzoni sempre avvincente. Questa fusione di mondi musicali apparentemente distanti trova dunque qui una sua notevole armonia, in un continuo gioco di contrasto e fusione che rende l’ascolto particolarmente coinvolgente, richiamando nel feeling e nell’impostazione perle come “Crimson” degli Edge Of Sanity o “Colors” dei Between The Buried And Me.
In questo contesto, l’equilibrio tra la vecchia verve death metal e le incursioni in territori ‘esterni’ diventa quindi la chiave di lettura per comprendere l’evoluzione e il disegno della band, che qui riesce a integrare i vari elementi in maniera più coesa e organica, restituendo il suo tipico impianto sonoro, quello death metal, con l’aggiunta di nuove influenze che ne amplificano il respiro.
Una tracklist composta da solo due episodi tanto lunghi potrebbe spaventare sulle prime, ma su “Absolute Elsewhere” vince la grande armonia delle soluzioni e la cura con cui il tutto è stato orchestrato.
Davanti a questa visione musicale ampia e inclusiva, mai si ha l’idea di essere al cospetto di qualcosa di troppo difficile o pretenzioso: una simile musicalità, partendo da basi tutt’altro che easy listening, è merce rara e i Blood Incantation sanno come esprimerla al meglio. Questo è un disco che li conferma tra le realtà più interessanti del panorama metal dell’ultimo decennio.

TRACKLIST

  1. The Stargate
  2. The Message
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