7.5
- Band: BLOOD INCANTATION
- Durata: 00:18:05
- Disponibile dal: 29/08/2015
- Etichetta:
- Dark Descent
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Il nome Blood Incantation sembra essere spuntato dal nulla, ma, in realtà, questo quartetto del Colorado ha già all’attivo una serie invidiabile di demo, tutti prodotti in rapida successione tra il 2013 e il 2014. L’anno che volge al termine ci ha però regalato il primo EP ufficiale per il gruppo, il quale viene sponsorizzato dalla solita Dark Descent Records, label sempre sul pezzo quando si tratta di lanciare giovani emergenti. Non a caso, siamo pronti a definire “Interdimensional Extinction” una delle rivelazioni del 2015, per quanto riguarda il panorama underground death metal. Il lavoro è infatti pregno di un’eleganza che si vede di rado in giro, specie in un esordio, dove, oggi più che mai, le band arrivano spesso ancora un po’ immature e sin troppo in preda alla voglia di strafare. Alieni, al contrario, a ogni banalità o esagerazione, i Blood Incantation ci affascinano con mestiere, senza mai sbavare, con strutture e arrangiamenti posati e un’ispirazione già degna di una grande band. Il primo elemento che colpisce è tuttavia l’indirizzo stilistico di questi quattro brani: infatti, a dispetto del logo indecifrabile e di una resa sonora piuttosto cruda, il gruppo prende come punto di riferimento essenziale il techno-death dei primi anni Novanta, lasciando perdere sia quelle tendenze doom e criptiche tipiche di buona parte del restante catalogo Dark Descent, sia improbabili velleità moderniste. I ragazzi hanno insomma soprattutto a cuore quelle correnti d’avanguardia di una ventina d’anni fa, quando la tecnica era sempre messa al servizio delle canzoni e i musicisti non scadevano nel più puro esibizionismo o nella velocità fine a sè stessa. I brani di “Interdimensional Extinction” si basano dunque sui riff. Partendo da “The Vth Tablet”, sino ad arrivare a “Subterranean Aeon”, ci si imbatte in una notevole sequela di intrecci chitarristici e di finezze di basso, ma il grosso delle trame è pur sempre costituito da riff di chiara assimilazione, sorretti da ritmiche altrettanto comprensibili. Volendo trovare un paragone nel roster dell’etichetta, potremmo arrivare a definire i Blood Incantation degli Horrendous che provano a suonare come i Death di “Individual Thought Patterns”, dove il ruvido impatto della produzione nasconde un indubbio estro a livello strumentale e compositivo, oltre a quel brio tipico dei gruppi agli inizi. In definitiva, “Interdimensional Extinction” non è un lavoro pensato per raggiungere il massimo della pulizia formale: il suono è organico, le atmosfere cupe e il growling animalesco; ma ci sono più stimoli e coinvolgimento in questi venti minuti che in un album di una qualsiasi imitazione di Origin o Necrophagist.