7.0
- Band: BLOOD INCANTATION
- Durata: 00:18:34
- Disponibile dal: 15/09/2023
- Etichetta:
- Century Media Records
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A lato dell’eterno conflitto tra chioma e calvizie, i Blood Incantation sono riusciti a completare un nuovo EP, tornando così con musica inedita a circa un anno e mezzo dalla pubblicazione di “Timewave Zero”, opera con la quale il gruppo statunitense aveva approfondito più che mai il proprio versante atmosferico. Archiviato quell’esperimento ardito e totalizzante, in cui si ritrovavano squarci di spiritualità declinata attraverso elementi di tradizionalismo psichedelico, ambient e krautrock, con il nuovo “Luminescent Bridge” il quartetto torna a destreggiarsi (anche) con il death metal, proponendo una traccia dall’incipit più nervoso e battagliero – “Obliquity of the Ecliptic” – accanto a un nuovo episodio, la title-track, dal mood celeste e notturno, le cui soffuse trame fanno venire ancora una volta in mente i Tangerine Dream, assieme ai classici Pink Floyd.
Analizzando il lavoro nel suo insieme, risulta quindi chiaro che i toni cosmici e, soprattutto, l’approccio libero al songwriting, sempre meno soggetto ad auto-imposizioni e a regole dettate dal genere di partenza, restino una priorità in casa Blood Incantation, qui bravi a rispolverare tutte le loro diverse anime e a confezionare un’opera completa, che sa abbinare l’ormai consueta ansia sperimentale con partiture più concrete e dalla decisa tensione strumentale.
Notevole, ad esempio, lo strappo morbidangeliano che precede il lungo e toccante assolo di chitarra dell’opener, ma anche le derive ambient del pezzo che dà il titolo al mini convincono, partendo da temi ipnotici senza tuttavia esimersi da esplorazioni verso tonalità più brillanti e immediate, in meandri di suspence e tensione latente.
Rispetto al materiale di “Timewave Zero”, sembra emergere con più decisione la volontà di rendere fruibile la musica ad un pubblico di ascoltatori vasto, variegato e variamente motivato, evitando al contempo di appiattire i propri intenti compositivi. In generale, si percepiscono maggiore spontaneità ed equilibrio, con passaggi elaborati e fasi di linearità che rendono l’ascolto più scorrevole a dispetto della ricercatezza e delle sottigliezze costruttive, del dinamismo ritmico e timbrico, del meticoloso e calibrato interagire di vari strumenti.
Venti piacevoli minuti che confermano il grande intuito e l’abilità compositiva di una delle formazioni più ambiziose e chiacchierate del panorama metal contemporaneo.
